
Mentre i lavoratori della Haft-Tapeh stanno scrivendo la Storia con il loro sciopero ad oltranza da oltre 40 giorni, la situazione resta gravissima in Iran:
YouTube cancella un account che denuncia i diritti negati (https://twitter.com/freedommesenger/status/1272605394347724802/photo/1);
un bambino riceve per la prima volta una banana e, non sapendo come mangiarla, ne morde la buccia (https://twitter.com/i/status/1288733078794334208);
due studenti restano in carcere senza processo, senza un avvocato, torturati e senza poter vedere i parenti (https://twitter.com/tavakoli_sh/status/1289455831952445440/photo/1);
Abbas Mohammadi, un manifestante iraniano condannato a morte, abbraccia i suoi figli con le gambe in catene (https://twitter.com/i/status/1289469662254608384).
In questo contesto tragico e gravissimo, il Covid-19 continua a mietere un numero altissimo di vittime: secondo il Portavoce del Ministero della Sanità “attualmente, tutte le parti del paese sono infettate dal Coronavirus” e “il bilancio delle vittime in 347 città supera 79.500” (dati di ieri: https://twitter.com/womenncri/status/1289169180122644481?s=20) .
Una vergogna assoluta in un Paese che non appartiene al terzo Mondo sperduto in Africa, ma che è stato culla di un’antichissima civiltà, quella persiana. L’Iran attuale, tuttavia, è allo sbando totale, con manifestazioni e proteste che stanno investendo tutti i settori, a causa di un feroce regime con forti tendenze teocratiche che ha ripristinato la Sharia e lo ha fatto precipitare, dal 1979, ai livelli del peggiore Medioevo occidentale.
Anna Rita Canone
