Chiaroscuri italiani

Anna Rita, ore 8.30 all’ASL. 50 persone in 20 metri quadri“.

Giulia mi manda questa foto, sconvolta. In un messaggio vocale mi spiega come lei, che lavora nella ristorazione, non sia pagata da mesi, proprio a causa delle restrizioni dovute al Covid-19.

Testimonianza di Sarah, commerciante:

Abbiamo riaperto l’attività in tutta sicurezza, attenendoci alle prescrizioni nazionali e regionali. In estate non ci siamo mossi, ma la gente se ne frega. Assembramenti, mancate distanze, mancato uso della mascherina, viaggi di piacere, feste, cerimonie: viene voglia di piangere“.

C’è la testimonianza di Chiara dalla scuola (liceo):

Sono avvilita. Ci sforziamo in tutti i modi di rendere la scuola sicura, ma fuori se ne fregano. A una riunione si è parlato di lasciare maggiore libertà ai ragazzi, mi sono cadute le braccia. Fuori la scuola è anarchia, i ragazzi non vogliono capire cha la situazione è drammatica e rischiamo tutti: loro possono essere asintomatici e trasmettere il virus a noi docenti, nonché ai genitori e nonni. Vedo tanta strafottenza, poi sbiancano quando apprendono che una classe è finita in quarantena“.

Poi ci sono gli assalti ai supermercati, nel timore di nuovi blocchi: pochissime persone con i carrelli pieni di spesa normale, molti carrelli strapieni di kg e kg di pasta, conserve, succhi di frutta. Un signore li definisce, scherzando, “carrelli quarantena“.

Governare gli italiani non è difficile, è inutile.” (Frase attribuita a Giovanni Giolitti).

Tutti i nomi sono di fantasia.

Anna Rita Canone

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