
Il 20 ottobre i Saharawi hanno impedito l’avanzata di camion marocchini a Guerguerat, piccolo villaggio nel Sahara occidentale, per recarsi in Mauritania.
Il 13 novembre i soldati marocchini hanno violato il cessate il fuoco istituito nel 1991 e sono entrati a Guerguerat, rimuovendo con la forza i manifestanti.
Il fronte Polisario, movimento nato nel 1973 per l’indipendenza del Sahara occidentale dal Marocco, (https://it.wikipedia.org/wiki/Fronte_Polisario) ha dichiarato lo stato di guerra.
L’ONU ha esortato entrambe le parti a rispettare il cessate il fuoco, ma gli incidenti continuano e la polizia marocchina, proprio in queste ore, sta procedendo a perquisizioni e arresti sommari, nonché torture.
Il Marocco, in realtà, ha invaso già nel 1975 il Sahara occidentale, ritenuto area strategica perché ricca di fosfati.
I Saharawi, tuttavia, non sono disposti a cedere e Salmi Gailani, giovane attivista, accusa l’ONU per il mancato referendum promesso dal Marocco 30 anni fa. (https://www.euronews.com/news/africa/morocco).
Sempre Euronews, in un articolo del 20 novembre, riporta che non è consentito il passaggio del valico a forze armate di entrambi i Paesi (i Saharawi hanno una repubblica fondata nel 1976, https://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_Democratica_Araba_dei_Sahrawi) secondo l’Accordo militare numero 1, sottoscritto da entrambe le parti.
Il Marocco utilizzava il percorso da settimane per trasportare merci in altri Paesi africani, i Saharawi hanno bloccato i camion e il Marocco ha risposto militarmente.
In Italia i comuni di Lucca e Arona hanno mostrato ufficialmente piena solidarietà al popolo Saharawi, come riportato dalle rispettive testate locali in data odierna.
Anna Rita Canone
