Buona educazione, netiquette e leoni da tastiera

Photo by Ryutaro Tsukata on Pexels.com

Lo spunto per questo articolo lo dà Elena, nome di fantasia. Elena è stata espulsa da un gruppo Facebook con l’accusa di volgarità. Leggendo il post non risulta alcuna volgarità, tantomeno alcuna violenza scritta. Altra accusa mossa a Elena? Che non usa una foto con il viso.

Facciamo un po’ di chiarezza: su Facebook posso mettere la foto mia o della mia gatta, ma se metto un minimo di dati, scrivo, condivido articoli, esprimo la mia opinione, se, in altre parole, sono identificabile e interagisco seriamente, la mia foto mi può dare maggiore credibilità, ma è un dettaglio.  Diverso è chi, a fronte di una foto, che so, di un mazzo di fiori, notizie zero, non scrive/condivide alcunché e poi, magari, chiede pure l’amicizia: è un agente in incognito?

Scherzi a parte, veniamo al dunque: una persona beneducata, che nella vita non usa espressioni da trivio, non lo farà neppure online. Se una persona nella vita reale rispetta gli altri, anche con opinioni diverse, non li prenderà a male parole nel web. Mediamente.

La parola “netiquette” sta ad indicare la buona educazione informatica: se nella vita reale non si telefona a qualcuno alle 2 di notte, la netiquette richiede di fare altrettanto online, senza mandare messaggi notturni o, peggio ancora, chiamate e/o videochiamate. Altra regola della netiquette: se uno scrive un post che non interessi, a meno che non si voglia fare della critica costruttiva, si passa oltre. Se, ad esempio, uno è romanista e ha un amico tifoso del Bologna, nel momento in cui costui scriva sul suo profilo una vittoria del Bologna, non si va a commentare: “Ricorda quando il Bologna perse 4-1 all’Olimpico, contro la Roma, nel ’90”.  

La vita online, tuttavia, ha creato dei mostri: i leoni da tastiera. Costoro, lungi dall’essere persone educate, applicano nel web le proprie frustrazioni. Spesso si tratta di profili al limite del falso, o fake: ho potuto constatare spesso, seguendo alcune pagine, che più sono ignoranti e più sono aggressivi, volgari, complottisti, negazionisti. Ecco l’espressione “leoni da tastiera”: gente che magari bullizza un povero cristo per un commento non in linea con il proprio pensiero, ma che nella vita reale non firma neppure un appello, per paura di metterci la faccia. La cosa comica è che si tratta, spesso, di gente cha ha pure gravi carenze in italiano, ma che detiene la Verità in ingegneria, medicina, logistica, fisica…

Anna Rita Canone

Lascia un commento