Buoni samaritani a S. Maria a Vico

… ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. (Mt. 25,45)

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Santa Maria a Vico, gelida mattinata invernale. Viene notato un uomo in difficoltà su una panchina e parte la solidarietà: chi offre un caffè, chi chiama in successione vigili (non intervenuti), ambulanza e sindaco (intervenuti), chi offre la colazione, chi dona un giaccone invernale, chi passa furtivamente lasciando in una busta guanti, cappello e sciarpa, chi porta una coperta…

L’uomo, che chiameremo Andrey, in un italiano stentato dice di essere ucraino. Ha modi gentili Andrey, ha la mascherina appesa al braccio mentre beve un bicchiere di tè (o caffè lungo), sembra stupito delle attenzioni. “Non fa freddo, io sono ucraino” e ripiega la coperta.

I commercianti vicini testimoniano di vederlo in giro da 2-3 gg. Andrey è malmesso ma non lercio, non importuna né molesta, non è alcolista, non è drogato. E’ solo un uomo senza fissa dimora.

Come è arrivato Andrey a Santa Maria a Vico? Possibile che nessuno possa fare qualcosa per lui? Mentre ci si domanda ciò amareggiati, arrivano l’ambulanza, dove avviene un rapido controllo, e il sindaco. Questi spiega che l’uomo vivrebbe in una struttura a Nola, ma scappa e preferisce venire a S. Maria a Vico. Certamente Andrey non può rimanere in giro con notti che si preannunciano gelide: coperta e giaccone non basterebbero a proteggerlo.

Andrey viene accompagnato in una struttura a Cancello Scalo.

Chi è Andrey? Lo rivedremo? Chissà… di sicuro ha incontrato brave persone che gli hanno regalato, al di là degli oggetti, un po’ di umanità, portando un raggio di sole in una vita che chissà quali peripezie ha sperimentato.

In bocca al lupo, Andrey: magari Santa Maria a Vico chiederà fondi europei, costruirà un centro d’accoglienza e diventerai un nostro concittadino. Magari troverai anche un piccolo lavoro e vivrai degnamente.

Anna Rita Canone

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