
Il 20 marzo alle ore 13:37, ora dell’equinozio in Iran, sono iniziate le celebrazioni di Nowruz, il Capodanno persiano. Esse continueranno fino al 24 marzo e rappresentano la festa storicamente più antica, di origine zoroastriana, in cui si celebrano la vittoria sull’inverno e il giorno in cui l’Angelo della vittoria incoraggiò l’uomo a creare cose nuove. E’ iniziato l’anno 1400 nel calendario persiano (l’ex Persia è l’attuale Iran).
Anticamente durava più giorni, poiché il primo giorno era dei monarchi, il secondo degli aristocratici, il terzo dei funzionari del re, il quarto dei servitori di corte, il quinto degli abitanti delle città e il sesto dei contadini. Oggi è celebrato con un pranzo molto abbondante, simile ai cenoni occidentali, stando riuniti in famiglia. Il tredicesimo giorno ci sono gite di famiglia nel verde, per esorcizzare le forze del male (https://www.irancultura.it).
Il tragico contesto socio-politico in cui versa l’Iran attuale, tuttavia, ha modificato le tradizioni. Ricevo: “Il capodanno iraniano è stato sempre il giorno più felice per me in Iran e so bene come si sentono i padri e le madri che non possono preparare le cose migliori per i loro figli in Iran perché le persone vivono sotto la soglia di povertà“.
“L’aumento dei costi ha causato molti problemi alle persone“, riporta l’agenzia di stampa Tasnim, legata al regime teocratico istituitosi nel 1979.
La presidente mujaheddin Maryam Rajavi, leader dell’opposizione, ha dato il via alle celebrazioni, vestita di giallo (il colore dell’anno). In diretta streaming dall’Albania, seguita dagli esuli sparsi in tutto il mondo, è stata accesa la “Fiamma eterna della libertà” con commemorazione dei defunti e un coro formato da uomini e donne ha cantato “Venceremos” degli Inti Illimani (gruppo cileno) in persiano. Maryam Rajavi ha poi inviato messaggi di speranza e di incoraggiamento ai suoi connazionali. https://twitter.com/i/broadcasts/1dRKZNbVaODKB
Anna Rita Canone
