
Ne abbiamo scritto a luglio, annunciando la presentazione ufficiale a Napoli, svoltasi presso il caffè e bistrot letterario Il Tempo del Vino e delle Rose, e recensito successivamente poi il libro, raccontandolo attraverso le parole di quel dibattito culturale scaturito dal reading: “Nei Nostri Sogni”, opera prima della napoletana Antonella Capobianco, ma torrese di adozione, è lo spunto per parlare di temi d’attualità e sociali. Un’occasione per affrontare argomenti che sono veri e propri nervi scoperti nella nostra società (omofobia, coming out, incomunicabilità tra genitori e figli e scontro culturale tra vecchie e nuove generazioni, vecchi e nuovi italiani). Abbiamo fatto così un paio di domande ad Antonella, la quale ci ha regalato questa piccola ma interessante intervista.
Il nome di questo sito è Voci nel mondo: Antonella, ma la tua voce in questo mondo qual è? Cosa fai nella vita e cosa ti ha portato fino a questo romanzo?
Sono principalmente una mamma, come Emma, la protagonista del libro. Scrivo, dipingo e faccio molto volontariato, dedicandomi ai più fragili e dimenticati.
Il libro è in formato cartaceo, ordinabile in libreria e su Amazon, ma non in formato ebook o audibook. Nel caso ci fosse stata la possibilità di far parlare la tua Emma in un audibook, avresti voluto per lei la voce di un personaggio famoso?
Ho sempre avuto ammirazione per i doppiatori . Con le loro voci contribuiscono spesso al successo di un interprete straniero. Se potessi farei esprimere Emma con la voce di un’attrice del doppiaggio, decisamente.
L’attenzione di questo blog è rivolta molto spesso a ciò che accade in altri paesi del mondo, afflitti da guerre e terrorismo, e nel tuo libro affronti anche il tema dello scontro di culture e civiltà con l’episodio della giovanissima Adila. Come ti è venuto in mente? Esperienze personali? Racconti o esperienze di cui hai avuto contezza?
Sono sempre stata affascinata da culture così lontane dalla nostra e ho fatto svariate letture in proposito. Sono anche convinta che ci sia un comune denominatore tra culture differenti, che ci rende anche simili negli aspetti fondamentali dell’identità umana. Nel libro, infatti, questa constatazione è sottolineata dall’amore che lega Adila e Claudio, sentimento che riesce a superare persino la barriera culturale che li aveva messi in crisi. Ho inserito questa nota romantica come auspicio all’integrazione tra civiltà diverse.
Perché la diversità in questo paese, nonostante molti passi avanti fatti e nuove leggi, è ancora vista con sospetto, che sia di genere o etnico-culturale?
Seppure parte integrante dell’Europa, fondatore dell’Unione e attore economico di tutto rispetto nell’eurozona, il nostro resta un paese fermo e retrogrado, fanalino di coda tra quelli più inclusivi.
Qualcuno ha osato dire di recente che le donne possono essere esasperanti a tal punto da poter innescare raptus di violenza o omicidi addirittura. Da donna e madre, nonché da creatrice del personaggio di Emma, cosa ne pensi?
Una considerazione così abietta che non voglio neppure commentare.
E non ne abbiamo la forza nemmeno noi, sinceramente, ma ringraziamo Antonella per averci parlato un po’ di sé e delle tematiche del suo debutto letterario.
Anna Rita Canone
