Kurdistan, s’infiamma la protesta degli universitari

Da una chat live su Twitter, la sera del 25 novembre.

Circa 200 partecipanti, tra giornalisti, studenti e attivisti. D., la creatrice del gruppo, lamenta la mancata notizia della protesta sui media internazionali e dà la parola a K. e D., giornalisti. La chat avviene in inglese o con D., “padrona di casa” e moderatrice, che traduce in inglese gli interventi dal curdo.

K. e D. descrivono, in inglese, gli attacchi e gli arresti della polizia agli studenti universitari. I giovani stanno protestando contro il governo per le sempre più misere condizioni di vita, cui fa da contraltare una sempre crescente corruzione del governo.

Poi interviene S., attivista. Spiega di vivere nascosta perché già hanno arrestato il marito ed è preoccupata per la sua incolumità.

K., studente, descrive gli attacchi della polizia e gli arresti, ma spiega che i tempi sembrano abbastanza maturi e che il governo non potrà continuare a ignorare le loro richieste.

Si protesta contro la sospensione delle borse di studio e le condizioni sempre più miserevoli dei dormitori universitari, la protesta è iniziata il 24 novembre.

La chat prosegue per circa un’ora, poi D. deve chiuderla a causa della presenza di un’auto della polizia fuori casa (si sente chiaramente la sirena) e saluta tutti i partecipanti.

Anna Rita Canone

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