Iran: vecchi e nuovi problemi, proteste e solidarietà internazionale

Map of Iran. Detail from the World Atlas.

Novembre non è un mese qualunque per gli iraniani: nel novembre 2019, infatti, sono stati massacrati 1.500 oppositori politici.

L’elezione di Ebrahim Raisi, tra l’altro, non ha migliorato le cose: si ricorderà che Raisi, all’epoca giovane procuratore, è stato colui che ha decretato la morte di 30.000 oppositori politici nel 1988.

La città Isfahan è stata teatro di scontri e violenze della polizia, anche con 2 vittime, in seguito alle proteste degli agricoltori e della gente locale per la scarsità d’acqua dovuta alla deviazione del corso del fiume Zayandehrud.

Tutte le categorie, dagli studenti ai medici, lamentano la crescente povertà, la pena di morte sempre più usata come strumento di repressione politica e la corruzione del regime. In questo contesto, il Covid continua a chiedere un tributo di vite umane altissimo: 130.000 vittime (dati Wikipedia 01 dicembre).

Cresce, intanto, la solidarietà internazionale.

Italia:
L’Italia ha aderito con gli ex Ministri Giulio Terzi e Matteo Renzi all’edizione 2021 Free Iran il 12 luglio; lo scorso 5 novembre Maryam Rajavi, presidente eletta dell’opposizione, si è rivolta in videoconferenza ad oltre 20 senatori e parlamentari italiani di tutti gli schieramenti, per chiedere al governo italiano il riconoscimento del massacro del 1988 come genocidio e crimine contro l’umanità.
L’Italia ha riconosciuto il presidente Raisi colpevole del massacro del 1988 e dell’omicidio dei manifestanti del novembre 2019 e ne ha chiesto la fine dell’impunità.

Francia:
Il 24 novembre Maryam Rajavi, parlando all’Assemblea Nazionale, ha chiesto il sostegno francese. Le sue parole lasciano poco spazio all’immaginazione: “I mullah non hanno smesso di reprimere il popolo iraniano in tutti questi anni. Hanno continuato a destabilizzare la regione, in particolare Iraq, Libano, Siria e Yemen“.

Gran Bretagna:
Il 26 novembre il British Committee for Iran Freedom (Comitato Inglese per la Libertà in Iran) ha diffuso un comunicato stampa in cui esprime la propria condanna alla violenta repressione in corso a Isfahan.

Stati Uniti:
Il 26 novembre Mike Pompeo, Segretario di Stato, ha espresso attraverso Twitter tutta la sua solidarietà al popolo iraniano: “(…)Oggi a Isfahan, i teppisti di Khamenei sparano ancora una volta a sangue freddo agli iraniani per il reato di sete. Al coraggioso popolo iraniano: gli americani sono con voi”.

Continua, intanto, il processo iniziato il 10 agosto contro Hamid Noury. I capi d’accusa lo vedono imputato di crimini di guerra in relazione ai fatti del 1988.

Anna Rita Canone

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