
Non c’è pace per Fouad Bamaarouf: dopo la cittadinanza, la stampa è ritornata a parlare del quarantottenne di origine marocchina, naturalizzato italiano. Fouad racconta che la notizia, comparsa anche su importanti quotidiani nazionali e locali, è stata falsata con aggiunte su un blog marocchino, con il risultato di creargli nuovi problemi.
I fatti:
Già prima della cittadinanza, Fouad aveva chiesto il trasferimento presso un qualsiasi altro appartamento popolare libero (“Si tratta di spostarmi, una cosa semplicissima: già sette mesi fa avevo protocollato istanza all’ERP. Tra l’altro, stando a quanto dichiarano gli esponenti dell’opposizione, le case libere ci sono”). Tuttavia, sul blog marocchino, hanno scritto che avrebbe chiesto il trasferimento perché rinnega le sue origini marocchine e vuole stare con gli italiani. In realtà, Fouad lamenta il chiasso e le abitudini poco urbane dei suoi ex connazionali e condomini, tirando in ballo anche il Sindaco, l’avvocatessa Giorgia Bedin. Fouad, infatti, racconta la poca disponibilità del Sindaco a riceverlo: “Prima ero marocchino, ora sono italiano. Resto, però, scuro di pelle: devo fare un bagno nella candeggina per essere ricevuto? La Segretaria del Sindaco mi nega qualunque appuntamento, non si capisce perché. Se anche fossi un marziano, ma cittadino di Monselice, comunque avrei diritto come tutti gli altri ad essere ricevuto “.
Gli attacchi:
Fouad, in seguito alla denuncia al fratello (https://vocinelmondo.wordpress.com/2022/04/08/fouad-baamarouf-e-cittadino-italiano/), era già diventato inviso alla comunità marocchina, in quanto visto come un traditore, mentre per gli italiani era, comunque, uno straniero da guardare con sospetto. Nel 2018, infatti, subì pure un’aggressione razzista, e dire che Fouad era iscritto alla Lega. Recentemente, in seguito alla cittadinanza, “Due settimane fa mi hanno rigato l’auto, la settimana scorsa mi hanno rotto un vetro. A parte che non lavoro per pagare i danni dal carrozziere, temo per la mia incolumità. I Carabinieri mi hanno consigliato di rivolgermi agli assistenti sociali, secondo me hanno semplificato e/o sottovalutato il problema. Mi sto muovendo con il mio avvocato, la cosa non può finire qui. La possibilità che mi facciano del male è reale e ne risponderanno le Istituzioni, se continueranno a ignorarmi. Ho un sacco di testimoni, sono uscito dal Comune arrabbiato e gridando che un Sindaco deve ricevere i suoi concittadini, al di là del Paese di provenienza, del colore della pelle o del credo religioso. Il Sindaco è “di tutti” e come tale dovrebbe garantire la sicurezza di tutti i suoi concittadini, correggimi se sbaglio”.
Il Sindaco, contattato telefonicamente, ha dato la sua ampia disponibilità a ricevere Fouad e ha chiesto di essere contattato via email.
Seguiranno aggiornamenti quando il Sindaco risponderà.
Anna Rita Canone
