“A pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina” affermava nel 1939 il cardinale Francesco Marchetti Selvaggiani, Vicario di Roma.

Avevamo lasciato Fouad Bamaarouf a novembre, alle prese con il Sindaco di Monselice – Giorgia Bedin – che rifiutava di riceverlo: nulla è cambiato. Il Sindaco ha ritenuto opportuno giustificare il mancato assegnamento di una nuova casa a Fouad in base alle priorità delle graduatorie ATER. Tutto giustissimo, ma perché ostinarsi a non riceverlo?
Che problema costituisce un onesto cittadino italiano, gran lavoratore, dalla fedina penale immacolata, già minacciato dalla sua comunità d’origine (marocchina) con tanto di denunce effettuate presso i Carabinieri locali?
Secondo quale criterio un cittadino di origine marocchina (che ha denunciato il fratello simpatizzante ISIS), è sistemato in un intero condominio con marocchini? L’unico criterio che viene in mente è il latino “divide et impera”.
Fouad, in tutto questo, è stato usato da vari rappresentanti politici della LEGA per i loro biechi fini personali e propagandistici, per essere poi abbandonato al suo destino a elezioni avvenute. Nel 2016 gli erano state promesse una casa segreta, la cittadinanza italiana, l’incontro con il Presidente della Repubblica Mattarella, vari bla bla bla…ma la situazione è sempre quella: poco è cambiato dalla puntata del 07.09.2016 di “Restate Scomodi”, Rai Radio 1.
Fouad, disperato, nei giorni scorsi si è rivolto ai Carabinieri per essere arrestato, pur di cambiare casa. Il povero Fouad, tra l’altro, non è pratico della burocrazia italiana e non si capacita di come e perché non gli cambino casa.
Al di là del cambio casa, resta un Sindaco che ignora/evita le ripetute richieste d’incontro di un concittadino e connazionale: incontro che, magari, potrebbe essere chiarificatore e risolutore.
Ci si domanda: non è che il Sindaco in cuor suo, adducendo l’interesse di Fouad, ne auspichi il volontario trasferimento in altro Comune?
Anna Rita Canone
