
La Sanità italiana è una giungla. Per carità, con ottimi spiragli di luce, ma resta una giungla. Al Sud, purtroppo, è anche un po’ più giungla.
Capita che due fratelli over 70, entrambi cardiopatici, dopo 8 ore di attesa, vengano ricevuti dall’unico anestesista al II Policlinico di Napoli. Unico anestesista che ha appena terminato in sala operatoria.
Capita che l’ASL di Arienzo non comunichi il rinnovo di un’esenzione per patologia a un povero medico di base, facendogli sbagliare una ricetta 4 volte. Capita che la stessa ASL effettui il cambio del medico come una concessione scesa dall’alto, o un favore personale.
Capita che l’ospedale di Arienzo, pur con ottimi specialisti, faccia fuggire i pazienti altrove, per (reali? Boh) problemi al PC che impediscono il pagamento delle prestazioni. Problemi che vanno avanti, a quanto pare, da giorni.
Capita che un medico di base, di mezza età, non sia in grado di cercare sul PC i codici per un esame o un farmaco richiesto dal collega specialista. Lo stesso medico, ignorando i codici delle prestazioni, chiede al paziente di informarsi presso il centro (o ospedale), con grassa risata dell’operatore CUP.
Capita che un medico di base abbandoni un paziente con seri problemi, psicologici e non, al suo destino. O vada a fare una visita a paziente già morto, dopo 2 gg di chiamate andate a vuoto.
Capita che un medico di base scambi una tosse da bronchite asmatica, con muchi verdi, per qualcosa che passerà da sola. Lo stesso medico, dopo aver fatto perdere tempo e soldi al paziente, a diagnosi effettuata da specialista, commenti: “Ma era chiaro”.
C’è pure il medico che copre le migliaia di euro di stipendi non pagati – dal coniuge impresario – con tanto di certificati di insanità mentale.
Tutto ciò nel pubblico. Nel privato? La rata di un mutuo per una stanza con divano letto, una colazione e un piatto di riso la sera (per gastroenterite) per assistere un congiunto operato. Si ignora la cifra pagata al chirurgo per l’intervento. Senza fattura, naturalmente: chiedere la fattura è qualcosa da poveracci, miserabili.
Come diceva Mike Bongiorno, “Allegria!”
Anna Rita Canone
