
Non c’è pace per Fouad, che non riesce a farsi spostare dal condominio.
Stavolta “ignoti” gli hanno rigato la macchina. E’ un fiume in piena, con voce alterata racconta:
“Immagino benissino il perché; si tratta di miei ex connazionali. Io ho denunciato mio fratello e sono diventato cittadino italiano. Redouane Rehalli, il papà di Meriem, ha avuto il rigetto del ricorso. Meriam è la ragazza andata in Siria a combattere a fianco dell’ISIS.
Fanno parallelismi con la mia storia, ma io ho denunciato mio fratello e ne ho preso le distanze: io ho reso un favore all’Italia.
La comunità marocchina locale mi detesta: sono doppiamente un traditore, per loro. Mi considerano una specie di collaborazionista dei Carabinieri, uno che ha tradito il fratello e le origini, un poco di buono, insomma.
Già mi hanno ferito il gatto, ora sono passati all’auto. E’ un crescendo di intimidazioni, uno di questi giorni mi faranno del male, ne sono sicuro. Dovrei avere maggiori tutele, ma qua (a Monselice) il Sindaco, Giorgia Bedin, accampa tutte le scuse burocratiche possibili e immaginabili pur di non accelerare la mia pratica per il trasferimento. Non si degna di ricevermi, Allah solo sa il perché.
Mi sento tradito e abbandonato al mio destino.
I giornalisti, i politici, mi hanno sfruttato. Nelle mie realtà quotidiane sono solo, posso contare solo sul mio avvocato. Avanzo soldi per lavori non retribuiti, ferie non godute, i miei diritti sono calpestati quotidianamente. L’Italia è un Paese bellissimo, ma funziona a rovescio: se sei un onesto cittadino, passi tutti i guai del mondo. Se rubi una mela vai in galera, se sfrutti un dipendente per decine di migliaia di € giri libero e bello. Perché?
Sono rattristato e avvilito”.
Anna Rita Canone
