
Gli esami di maturità del 2024 passeranno alla storia per il loro grado di scempiaggine e dei tanti 100 e 100 e lode. All’invenzione ministeriale del “capolavoro” (sic!), infatti, ha fatto seguito la composizione di commissioni esterne quanto meno balorde.
Al famoso caso di Venezia del 3 in greco massivo, infatti, ha fatto da contraltare l’articolo di Orizzonte Scuola in cui gli alunni di tutta Italia denunciano proprio il bieco nozionismo richiesto dalle commissioni esterne agli orali.
A parte il fatto che, da docente, stravolgere i voti d’ammissione di colleghi che conoscono i candidati da almeno 3 anni sarebbe quanto meno mancanza di rispetto, se non sfregio.
Tra l’altro: che senso ha chiedere argomenti che esulano totalmente dalla cultura generale e dal programma rivelandosi, piuttosto, da addetti ai lavori? Serve a mostrare la propria presunta superiorità culturale rispetto a un’altra scuola?
Ci si domanda quanti commissari esterni di Storia sappiano il nome della corazzata su cui il Giappone firmò la resa l’11 settembre 1945, o il numero delle navi del convoglio dell’Operazione Piedistallo.
Due dati pescati a casaccio dalla memoria, citati per esprimere un concetto estremamente semplice: possono avere senso in un particolare discorso ma perdono qualsiasi valenza, che non sia puro nozionismo, se sradicati dal contesto e chiesti “ad mentula canis“.
Perché i candidati al 100 e 100 e lode hanno dovuto subire un vero e proprio interrogatorio (o controesame della difesa) a un processo penale? Perché ad alcuni candidati al 100 e lode sono stati rubati punti? Cosa cambia 96 o 98 anziché 100? A un commissario nulla, a uno studente un buono di 500€.
In alcuni esami orali è mancata solo la domanda sull’importanza dei colori nella coreografia delle danze tibetane: peccato, è un argomento di dominio pubblico.
Se tanto mi dà tanto, avrebbe avuto lo stesso senso chiedere l’analisi metrica di una qualsiasi poesia di Poe, al colloquio in inglese ai futuri cancellieri nel 2019, per poi sorridere con aria benevola: “Non lo sa? Fa nulla“.
In tutto questo desolante scenario, i poveri docenti membri interni sono risultati essere gli eroi: giunte notizie di docenti che hanno fatto il possibile per salvare giustamente i propri alunni, sfiorando le risse e battagliando per ore mentre altri, non membri interni e in ferie, hanno comunque seguito gli scrutini, difendendo i propri ragazzi in tutti i modi. Parliamo di docenti a cui va tutta la stima di chi scrive.
A che pro i nostri figli devono essere spremuti come limoni agli orali? Tra l’altro, in un Paese in cui la meritocrazia è per lo più estinta (vedasi dichiarazioni illuminate e illuminanti del Ministro della Cultura).
L’altra faccia della medaglia, però, arriva puntuale da Crepet: si domanda in un articolo di Orizzonte Scuola se tutti questi 100 e 100 e lode siano davvero meritati.
Al di là di quelli che possono essere i meriti oggettivi, restano due scenari contrapposti: da un lato la vittoria morale di neodiciottenni che non hanno avuto paura di schierarsi, mettersi in gioco, affrontare temi importanti e difenderli.
Abbiamo speranze: il futuro è loro.
Dall’altra, i docenti estremamente scoraggiati e disillusi, come commenta Roberta (nome di fantasia), docente liceale.
“Va premesso che un membro esterno guadagna 911€ lordi (dati ufficiali 2024), praticamente una miseria. Forse questo dato può spiegare la frustrazione, ma non funge da alibi: quest’anno è record di domande assurde in tutta Italia.
Premetto anche che gli esami di stato, così come sono oggi, andrebbero quanto meno riformati, se non aboliti. Da un lato, abbiamo studenti meritevoli a cui vengono “spezzate le gambe” dal primo commissario esterno frustrato. Dall’altro, il livello degli alunni si è abbassato tantissimo per cui si “premia” chi è costante anche se non brillante. Pochissimi sono curiosi e amano approfondire e acculturarsi, si emula il peggio: poco e male.
I docenti stanchi si adeguano, altri non sono motivati, ma ovviamente ci sono quelli che lavorano e ci tengono, come in ogni ambito.
Siamo ultimi in quasi tutto, ma la cosa grave è che pensiamo di essere primi. Ma de che?????
In medio stat virtus”.
Anna Rita Canone
