
Fouad Bamaarouf a telefono è un fiume in piena. La voce stanca, di uno che dopo una giornata di lavoro vorrebbe godersi la serata in santa pace.
“Anna, è da un po’ che mi trovo male qui in Veneto. Sono convinto che ci sia una forte matrice razzista nei miei confronti, altrimenti non si spiega.
Giorni fa sono riuscito a mantenere la calma, ora invece sono profondamente avvilito.
Sere fa mi hanno assalito verbalmente perché avevo dato un pezzo di pomodoro al mio gatto, in un bar. Poi mi hanno fatto storie perché ascoltavo musica. Non faccio nulla di diverso dagli altri, ma a me lo contestano.
Sono rimasto senza cena, ho un forte mal di stomaco dalla rabbia. Ti racconto cosa mi è successo. Stasera, dopo il lavoro, sono andato in un bar, come faccio sempre. Ho comprato una birra. Dopo un po’, dovevo andare in bagno.
Mi hanno risposto: “Vai a pisciare fuori”. Ho detto che avevo poco prima comprato la birra, proprio da loro. Macché. Mi hanno fatto storie perché la pizza non l’avevo comprata da loro. A parte la risposta estremamente maleducata, mi hanno messo in difficoltà: dove andavo in bagno? Mica sono un cane e faccio i bisogni sull’erba.
Tra l’altro, non ho potuto dimostrare di aver comprato la birra da loro, perché non rilasciano scontrini fiscali. Ho informato della cosa la Guardia di Finanza: loro sono illegali e giocano a fare i difensori della legge con me.
Sono stanco, Anna.
Io sono una persona pacifica, ma molte persone mi stanno creando problemi: non posso fare quello, quell’altro…perché i miei concittadini e connazionali (Fouad è diventato cittadino italiano, nota dell’autrice) possono fare tutto liberamente e io sono fermato dalle FFOO un giorno sì e l’altro pure? In passato ho avuto problemi con un rappresentante FFOO: capiamoci, io sono immacolato. Lui si è divertito per mesi a mantenermi in una situazione di ansia crescente.
Un giorno dei poliziotti municipali mi hanno fermato. Mi hanno chiesto la licenza. Avevo una scopa sul lato passeggeri, loro credevano che fossi un venditore abusivo. Io avevo lo scontrino, l’avevo comprata prima al mercato e gliel’ho mostrato.
Un venditore abusivo! Da un lato mi viene da ridere, dall’altro ci sto male: mi hanno fermato e chiesto la licenza solo perché ho la pelle scura (origini marocchine), a te non l’avrebbero fatto mai. Sono fermato regolarmente da tutte le volanti in circolazione, manco se fossi un pluripregiudicato ricercato dall’Interpol. E’ umiliante.
Tornando all’episodio del bar, non ho più mangiato. Ho buttato la pizza, me ne sono andato.
Ho pianto come un bambino.
Potresti pensare che mi sto lagnando e facendo la vittima. Non è così. L’altro giorno sono stato testimone di un episodio ancora più brutto.
C’è un africano che vende braccialetti, accendini, cose così. E’ più scuro di me. E’ passato l’altra sera, ho comprato un braccialetto. Gli hanno detto: “Devi andare via, fai schifo”. Io ho protestato e ho detto: ” Come si può dire “fai schifo” a una persona che cerca, magari, di mandare avanti la famiglia, una moglie, un bambino? “
Lui non fa schifo. E’ un ragazzo che gira a piedi, vende braccialetti, anelli, bandiere, cinture, portafogli. Mi sono sentito offeso io per lui.
Sono stanco, Anna.
Mi sento tradito da questa Italia che non mi riconosce, di fatto, suo cittadino”.
Aggiornamento: la sera seguente hanno cacciato Fouad dalla panchina di un parco pubblico. Lì stava consumando una pizza da asporto, come fanno tanti altri. Fouad non è un incivile che avrebbe lasciato il cartone a terra.
Anna Rita Canone
