
Molti ricordano, o comunque sanno, la vittoria calcistica dell’Italia l’11 luglio 1982 ai campionati mondiali in Spagna sulla Germania Ovest per 3-1: pochi sanno che il trofeo fu donato da #Sandro Pertini, Presidente della Repubblica, a #Yasser Arafat*, leader palestinese dell’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), a Beirut, in Libano, due mesi dopo, a dimostrazione di solidarietà dopo i #massacri di Sabra e Shatila.
I fatti, in sintesi: Israele ha iniziato l’assedio di Beirut a giugno, accerchiando 15.000 combattenti OLP ed alleati (libanesi e siriani). A luglio il Presidente USA Ronald Reagan manda in Libano Philip Habib, diplomatico di origini libanesi, per risolvere la crisi. Habib ottiene dal Primo Ministro israeliano Menachem Begin l’assicurazione che Israele non avrebbe attaccato Beirut Ovest e i campi profughi palestinesi, e il 20 agosto comincia l’imbarco dei primi palestinesi. Arafat chiede ed ottiene da USA, Italia e Francia militari a garantire l’ordine durante l’evacuazione dei palestinesi da Beirut, che viene dichiarata conclusa il 1° settembre. Il 10 settembre, quindi, gli ultimi soldati partono da Beirut e l’indomani Ariel Sharon, Ministro della Difesa israeliano, denuncia la presenza di 2000 palestinesi a Beirut, ma questi negano. Il 14 settembre i servizi siriani, con l’aiuto dei palestinesi, uccidono in un attentato Bashir Gemayel, neo presidente israeliano. Il 16 settembre milizie cristiane libanesi e forze israeliane irrompono nei campi profughi di Sabra e Shatila provocando in due giorni, secondo i servizi segreti israeliani, 7-800 morti.
*C’è un retroscena curioso e particolare, sconosciuto ai più: Arafat non si separava mai dalla sua pistola e ciò creò non pochi imbarazzi ai responsabili della sicurezza: un uomo armato all’incontro con il Presidente? Andreotti si fece garante personale di Arafat e riuscì a convincere i responsabili della sicurezza che non l’avrebbe usata contro Pertini, anzi: i due leader divennero veri amici e Pertini, più volte e ufficialmente, si schierò dalla parte dei palestinesi.
Qualcuno, a Roma, potrebbe e dovrebbe ricordarlo.
Anna Rita Canone
