
La locandina della serata “L’Alfiere” di giovedì 18 settembre presenta un uomo appeso.
L’immagine è una libera interpretazione di Michele Letizia del XII Arcano Maggiore, L’Appeso. Letizia spiega così la scelta del cappello di Pulcinella: “Pulcinella è da sempre la maschera simbolo degli opposti, si presenta con un disegno/costume che manifesta altruismo e imbroglio, pigrezza e opportunismo. Pulcinella ha sempre fame, arlecchino servitore dei due padroni, un gatto che cade sempre a quattro zampe, un po’ scugnizzo e un po’ femminiello, un po’ MATTO (arcano maggiore dei Tarocchi privo di numero ) e un po’ APPESO (dodicesima carta degli arcani maggiori, l’IMPICCATO, il TRADITORE)”.
Nei tarocchi, l’appeso è rappresentato come giovane appeso per un piede, con i polsi presumibilmente legati dietro la schiena. È stata letta e interpretata spesso come punizione per il traditore (così si chiamava, infatti, nei tarocchi di Carlo V).
A guardar bene, però, il giovane non ha espressione drammatica, bensì serena: per questo motivo, la carta è interpretata, in cartomanzia, come l’accettazione di qualcosa di spirituale, legato all’armonia interiore.
Pare, infatti, che l’immagine tragga origine dal mito di Odino, dio della mitologia norrena, che si impiccò all’albero della saggezza per 9 giorni e 9 notti per acquisire la conoscenza delle rune.
Questa carta, che può essere anche capovolta, assume un significato profondamente spirituale: essa ci invita a ribaltare la nostra prospettiva per scoprire verità che non potremmo mai vedere rimanendo con i piedi per terra. In questo senso, l’appeso non è un condannato a un supplizio, bensì un iniziato.
Poiché la carta, durante la divinazione, può presentarsi capovolta o meno, essa acquista un duplice significato che può essere positivo o negativo.
Il significato positivo, se la carta è dritta, indica un sacrificio volontario per un bene superiore, un momento di stasi verso qualcosa di più grande. La sua comparsa indica che è un momento in cui avere pazienza e non è opportuno precipitarsi a cambiare il corso delle cose.
Se la carta è rovesciata, invece, il significato cambia totalmente. Essa può indicare una resistenza al cambiamento, la paura di fare sacrifici o un’incapacità di lasciar andare il passato. In questo senso, la stasi non rappresenta un momento di crescita interiore e spirituale, bensì una situazione stagnante e senza via d’uscita.
L’Appeso ci insegna una delle lezioni più difficili e preziose della vita: a volte, l’unica cosa da fare è non fare nulla, l’antico e famoso principio taoista del wu-wei, non agire. Nei nostri giorni, segnati dalla produttività ossessiva e dal movimento costante, questa carta è un potente promemoria dell’importanza della pausa, dell’immobilità. È una scelta: si tratta di sospendere le azioni per concentrarsi sul proprio mondo interiore.
La vera forza dell’Appeso risiede nella sua accettazione. Accettare lo stallo, il sacrificio e usarli come strumenti per crescere e vedere il mondo non come vorremmo che fosse, ma come realmente è.
Anna Rita Canone
