Le immagini satellitari rivelano le vere intenzioni di Israele

Avamposto militare a Khan Younis, al confine con Gaza, collegato tramite strada a un valico militare in cui sono visibili demolizioni e veicoli militari. 5 novembre 2025. Fonte: Planet Labs LBC .

DropSite in un articolo analizza in dettaglio le trasformazioni geopolitiche e infrastrutturali della Striscia di Gaza a seguito del cessate il fuoco entrato in vigore il 10 ottobre 2025.

Basandosi su una ricerca di Forensic Architecture, emerge il consolidamento sistematico della presenza militare israeliana, in contrasto con l’ipotesi di un ritiro temporaneo a favore di una strategia di occupazione e controllo territoriale a lungo termine.

Ecco una sintesi strutturata dei punti chiave emersi dall’analisi:

1. Il Consolidamento Territoriale: La “Linea Gialla”

Il fulcro della nuova geografia di Gaza è la cosiddetta “linea gialla”, un confine di demarcazione derivato dal piano di pace in 20 punti proposto dal presidente Donald Trump. Sebbene il piano prevedesse un ritiro graduale delle truppe israeliane, i dati satellitari indicano una realtà opposta:

  • Controllo effettivo: Israele controlla attualmente oltre il 50% del territorio di Gaza (le stime variano dal 53% al 58% a seconda delle mappe ufficiali e dei posizionamenti sul campo).
  • Spostamento dei confini: Israele ha fisicamente posizionato almeno 27 blocchi di cemento giallo a ovest della linea concordata, espandendo di fatto l’area sotto il suo controllo diretto oltre i limiti cartografici.

2. Infrastrutture Militari e “Fatti sul Campo”

Secondo Forensic Architecture, Israele sta utilizzando una tattica storica: stabilire “fatti sul campo” in modo incrementale per renderli permanenti.

  • Nuovi Avamposti: Dal 10 ottobre sono stati costruiti almeno 13 nuovi avamposti militari, principalmente lungo la linea gialla e nell’area orientale di Khan Younis.
  • Rete Stradale: È stata ampliata la rete viaria che collega questi avamposti direttamente alle basi militari e agli insediamenti all’interno del territorio israeliano, integrando Gaza nella struttura logistica dello Stato ebraico.
  • Il caso del Corridoio Magen Oz: Una strada militare di 15 km a Khan Younis è stata deviata affinché ricada interamente all’interno della zona di controllo israeliana, garantendo una separazione netta tra la parte orientale e occidentale della città.

3. Demolizione Sistematica e “Zone Cuscinetto”

Parallelamente alla costruzione, si assiste a una distruzione metodica delle proprietà palestinesi, in particolare nell’est di Khan Younis e a Jabaliya.

  • Sgombero e spianamento: Interi quartieri vengono rasi al suolo per fare spazio a berme (terrapieni), strade e strutture militari.
  • Obiettivo demografico: Analisti come Mouin Rabbani suggeriscono che queste azioni non abbiano solo scopi difensivi, ma mirino a dividere la Striscia e a creare condizioni che favoriscano il trasferimento della popolazione palestinese altrove.

4. Il Ruolo dell’Amministrazione Trump e le “Comunità Alternative”

L’analisi evidenzia una potenziale convergenza tra le operazioni militari israeliane e i piani politici statunitensi:

  • Segregazione abitativa: L’amministrazione Trump starebbe pianificando la costruzione di “Comunità alternative sicure” destinate ai palestinesi, ma esclusivamente nelle aree a est della linea gialla.
  • Restrizioni edilizie: Non sarebbe consentita alcuna nuova costruzione sul lato ovest, consolidando la divisione permanente dell’enclave e lasciando a Israele il controllo sulla metà più strategica del territorio.

5. Discrepanza tra Negoziati e Realtà

Sebbene il punto 16 del piano Trump affermi esplicitamente che “Israele non occuperà né annetterà Gaza” e preveda il passaggio di consegne a una Forza Internazionale di Stabilizzazione (ISF), l’evidenza fisica suggerisce il contrario. La costruzione di edifici permanenti, l’installazione di illuminazione stradale e lo scavo di infrastrutture pesanti indicano che l’esercito israeliano si sta preparando per una permanenza che va ben oltre le “tempistiche di smilitarizzazione” previste dai negoziati.

Anna Rita Canone

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