Il padiglione sperimentale prende forma all’interno degli Istituti Filippin di Pieve del Grappa, nel Trevigiano, come esito del concorso internazionale “Think Space”, iniziativa nata dalla collaborazione tra IU International University in Germania e 593 STUDIO, con il contributo dell’Università IUAV di Venezia. Il progetto si inserisce nel programma di attività organizzate in occasione del centesimo anniversario dell’istituto scolastico trevigiano, confermando la volontà di coniugare didattica, sperimentazione e innovazione architettonica.
Il concorso, rivolto agli studenti e alle studentesse del corso “ThinkSpace for Contemporary Developments” guidato dal prof. Thorsten Klooster, ha previsto un percorso di lavoro lungo quattro mesi, durante i quali gli studenti della rete universitaria tedesca della IU International University sono stati chiamati a immaginare un nuovo spazio di riflessione, un think space capace di affrontare temi cruciali dell’attualità: antropocene, intelligenza artificiale, diritti LGBTQIA++, migrazioni, cambiamento climatico, uguaglianza e relazioni sociali nell’epoca dei social network. Il brief progettuale fissava un solo vincolo: intervenire su un’area non superiore ai 12 metri quadrati, lasciando libertà totale nella scelta dei materiali e delle modalità costruttive.
Il percorso è iniziato nel 2023 con un viaggio in Veneto, nel corso del quale la delegazione tedesca ha visitato alcuni luoghi emblematici dell’architettura contemporanea del territorio, dalla Tomba Brion alla Fabbrica Brion, dalla Gypsoteca di Possagno alla Biblioteca dei Tolentini dell’Università IUAV di Venezia. La visita ha incluso anche un sopralluogo nell’area destinata al futuro padiglione negli Istituti Filippin e ha permesso agli studenti di incontrare le realtà locali che avrebbero partecipato alla realizzazione del progetto vincitore. Il supporto dei partner del territorio — Isovista, Gruppo Visentin, AMR e Glip — è stato determinante per tradurre le idee progettuali in un’opera concreta oggi collocata nel giardino dell’istituto.
Da ottobre 2023 a febbraio 2024, sotto la guida del prof. Klooster e con la supervisione dell’architetto Michele Sbrissa di 593 STUDIO, studenti e studentesse hanno sviluppato le proprie proposte, sperimentando soluzioni spaziali e approcci progettuali capaci di dare forma a un luogo dedicato alla riflessione e allo scambio. Il 9 maggio 2024 la giuria convocata presso gli Istituti Filippin — composta dalla prof.ssa Maria Chiara Tosi e dal prof. Stefano Munarin dell’Università IUAV di Venezia, dal prof. Thorsten Klooster della IU International University, dall’arch. Michele Sbrissa di 593 STUDIO e dal dirigente scolastico Sileno Rampado — ha valutato le venti proposte ammesse al concorso. Alla sessione hanno partecipato come osservatori anche gli sponsor Isovista e Gruppo Visentin, che da subito hanno sostenuto il progetto.
Il think space vincitore (dei progettisti Aaron Mielke, Julian Schwarz, Maximilian Johr), intitolato “Decostruzione”, è una struttura di 9 metri quadrati, smontabile e riciclabile, concepita come una scultura che interpreta il tema del movimento in rapporto allo stare, alla sosta, decostruendo ed interpretando appunto il concetto di scala, intesa come metafora architettonica del pensiero e del movimento. Il progetto è stato sviluppato anche grazie all’uso di DALL·E, un software di intelligenza artificiale utilizzato per generare visualizzazioni iterative, esplorare varianti spaziali e tradurre l’intuizione progettuale in un insieme coerente di forme. L’IA ha permesso agli studenti di riflettere più a fondo sull’interconnessione tra movimento, percezione, volumetrie e possibilità d’uso.
Il risultato è un ambiente multiforme, un luogo sospeso tra contemplazione, comunicazione e interazione: un padiglione che invita a fermarsi, a salire, a osservare, a interrogarsi. Con questo nuovo spazio di interazione gli Istituti Filippin si dotano di un nuovo luogo simbolico e funzionale, capace di raccontare la sensibilità delle nuove generazioni e di celebrare il rapporto tra formazione, territorio e progettualità internazionale.
«Decostruzione rappresenta un esercizio architettonico che va oltre la semplice realizzazione di un padiglione: è un dispositivo spaziale che invita a interrogarsi sulle forme del pensiero contemporaneo», commenta Michele Sbrissa, CEO di 593 STUDIO. «Dal punto di vista progettuale, ciò che mi ha colpito è la capacità degli studenti di tradurre temi complessi – dall’antropocene all’intelligenza artificiale, dall’uguaglianza ai nuovi linguaggi sociali – in una struttura che non descrive, ma evoca. La scala, elemento archetipico dell’architettura, viene qui reinterpretata come metafora di un processo cognitivo, un movimento continuo tra livelli, prospettive e possibilità. L’integrazione dell’IA nel workflow ha permesso una riflessione inedita sull’interazione uomo-macchina e sulla generazione di alternative formali che arricchiscono l’immaginario progettuale. Il risultato finale è un luogo che non impone un significato, ma lo costruisce insieme a chi lo attraversa, invitando a un’esperienza aperta e profondamente contemporanea.»
«Il progetto “Decostruzione” dimostra quanto gli studenti, quando vengono posti al centro di un percorso realmente formativo, possano diventare protagonisti nella definizione degli spazi che abitano», commenta Sileno Rampado, dirigente dell’istituto scolastico. «Agli Istituti Filippin abbiamo assistito a un processo nel quale la didattica innovativa non è rimasta un principio astratto, ma si è tradotta in un cantiere reale di idee, confronti e sperimentazioni. Coinvolgere i ragazzi nella progettazione di un think space ha significato riconoscere loro la capacità di osservare il mondo contemporaneo con uno sguardo libero, sensibile e critico. In questo contesto, il ruolo della scuola è stato quello di abilitare immaginazione e responsabilità, offrendo strumenti e relazioni per trasformare intuizioni in un’opera compiuta. Il padiglione è la prova tangibile di quanto una comunità educativa possa crescere quando agli studenti viene dato lo spazio – fisico e simbolico – per contribuire a costruire il proprio ambiente culturale.»
Anna Rita Canone
