
Quintino Di Vona è un cameraman e giornalista, conosciuto su un gruppo Facebook goliardico. L’intervista nasce dopo un suo post in cui accenna alle difficoltà riscontrate, come cameraman, a un evento musicale online (https://www.facebook.com/buccinocomunicilentani/videos/812158462848633). E’ partita, così, una lunga chiacchierata via chat.
D: Come nasce la carriera di cameraman?
R: E’ una lunga storia. Sono figlio unico di un falegname e di una casalinga, che mi hanno trasmesso forti principi morali e ciò mi è valso molto professionalmente: se sono stato chiamato come consulente dai CC, per esempio, è perché sono sicuri della mia professionalità. Da papà, che tra l’altro era proiezionista brevettato, ho sicuramente appreso l’idea di “artigianato” e della passione per l’immagine cinematografica. Sono cresciuto con la tv, con “Carosello”, “Giocagiò” e “La lanterna magica”; a 5 anni realizzai il mio primo reportage fotografico: mamma non era convinta che a mangiare la pasta di casa del gatto fosse la tartaruga, le dimostrai con le foto che era il proprio lei che preferiva la pasta alla lattuga. E’ stata una serie di fortunati incontri ed eventi, dal maestro alle elementari Giuseppantonio Carbone, molto vocato all’arte e alla manualità, agli amici universitari, Pasquale Arpaia e Pellegrino Villani, compagni di reportage tipo fotografare le emozioni della “gente che parlava alle cabine”: oggi sarebbe tutto più complicato con la privacy. Papà mi comprò intorno ai 16-17 anni una macchina da presa “seria” migliore del catorcio muto che avevo in precedenza. All’epoca le pellicole erano da 15 metri e duravano 3 minuti; dopo il girato mandavi la pellicola alla Kodak e dopo circa un mese arrivava la “pizza” a casa con il risultato grezzo da rifinire con cura e tanto tempo e tanta pazienza: si facevano i titoli animati a “passo uno” e poi il montaggio con un registratore a cassetta e con la moviola. Oggi, con l’avvento del digitale, è facile creare effetti speciali, titoli… Sempre papà è stato il mio garante nell’acquisto della prima macchina professionale telecamera e registratore VHS portatile a spalla. Da ragazzo suonavo in un gruppo, sono stato batterista, DJ radiofonico nelle radio locali e questo ha contributo ad una conoscenza musicale utilissima per i montaggi video. Le attrezzature costavano tanto e in estate si lavorava duro per onorare la firma delle cambiali. Il terremoto del 1980, purtroppo, ha distrutto parte del mio archivio su pellicola, la nostra casa fu distrutta. Ricordo ancora con affetto Suor Liliana, delle suore Campostrini di Verona, che operavano a Buccino, con cui realizzai, nel 1985, il primo video montato prodotto solo con due VCR: era un reportage che coinvolse i bambini, si trattava di un video per sensibilizzarli in prima persona verso la bellezza ed il fascino del centro storico a Buccino; poi ho avuto commesse sempre maggiori e mi sono iscritto all’Ordine dei giornalisti.
D: Eri accreditato alle Universiadi?
R: No. In realtà ero accreditato al carnevale di Rio nel 2010: immagina. Motivi familiari, tuttavia, mi fecero desistere e non mi pento: a casa avevano bisogno di me; sono figlio unico e il mio dovere era là.
D: Vantaggi e svantaggi del mestiere…
R: Tra i vantaggi metterei sicuramente quello di avere accesso a cose e posti normalmente precluse al pubblico, di viverli, conoscerli e raccontarli in un’ottica diversa, da reporter, come è accaduto gli scavi di Paestum, Velia, la Certosa di Padula ed altri posti ancora. Molti sono gli insegnamenti preziosi per il mio lavoro che ho ricevuto direttamente o indirettamente, da tanti grandi professionisti della comunicazione o dell’arte, e che ritengo miei maestri: lo scultore Benedetto Robazza, il Giornalista Gianfranco Coppola, l’artista sardo Tonino Casula. Nella vita si appende ogni giorno e molte sono le cose apprese nello svolgimento del mio lavoro; spesso le interviste danno modo di conoscere le persone intervistate anche sotto il profilo umano: ho avuto modo di incontrare personaggi di una certa levatura intellettuale e professionale, che, nelle chiacchierate “fuori intervista” mi hanno dato molto; ne cito giusto alcuni: Lucio Dalla, Daniele Sepe, Giuliano Gemma, Roberto Giacobbo, Oliviero Toscani, Salvatore Accardo, Mago Forrest, Lina Wertmüller, Giovanni Vernia, Pupi Avati, Ficarra e Picone.
Tra gli svantaggi del mio lavoro gli orari assurdi, da conciliare con la vita familiare, le richieste di realizzare capolavori tipo la Gioconda con budget sufficienti per fare scarabocchi… ma anche offerte di “lavori sporchi” in cui non mi identifico e che non ho esitato a rifiutare. Ho vinto alcuni premi importanti e ho diviso la gioia con mia moglie, il mio angelo custode; ho lavorato nella troupe di Filippo Marmo, regista documentarista, che realizzava, per Rete4, la trasmissione “Gentes”. Tutto questo però l’ho sempre considerato non punto di arrivo, bensì di partenza verso nuove iniziative, verso nuove sfide.
D: Regia dell’evento musicale fatta “in fretta e furia” ma riuscita: quali altri possono essere gli inconvenienti per un cameraman e videomaker? Quanti cameramen servono di solito?
R: Cameramen necessari? I più possibili, altrimenti non riesci a dare l’idea di “esserci”. Se riesci a portare in loco, chi ti segue da casa, hai fatto centro. Nel mio caso, nell’ultimo lavoro espletato per la BCC Buccino Comuni Cilentani, con cui collaboro nel reparto comunicazione e media da un po’ di anni, avevo 6 telecamere per dare, inoltre, la stessa importanza a tutti i componenti del gruppo rock che si stava esibendo.
D: Qual è stato il peggiore inconveniente e come lo hai risolto?
R: Non esiste un “peggior” inconveniente tecnico, qualunque può essere il peggiore: batteria che si scarica improvvisamente al microfono, scheda che si cancella o che non ha registrato, un cavo che decide di rompersi nel momento meno opportuno. Quindi: portarsi un po’ di materiale tecnico di riserva dietro. Ultimamente ho sopperito, ad un minuto prima dell’inizio di una ritrasmessa web, a una improvvisa e maledetta mancanza di audio, attaccando il cellulare al pc con una scheda audio, più veloce del cambio delle gomme di una Ferrari: avere le capacità di “problem solving” – là si vede la professionalità, avere la capacità di risolvere gli imprevisti “prima di subito” e “prima che sia troppo presto” per non deludere il committente.
D: Episodio curioso o divertente da raccontare…
R: Al di là di clamorosi e storici pesci d’aprile che è meglio non svelare, in quanto le vittime, ancora non sanno quale gruppo di amici ne fosse stato l’autore, più di uno:
da ragazzo, metà anni 70, quando ero in radio, era una trasmissione che anticipava di molti anni “Il ruggito del coniglio”; inventammo, come al solito, notizie assurde con i colleghi DJ; quella volta comunicammo la notizia che la famosa e avvenente Donna Summer avesse avuto un “incidente” investita da turisti a bordo di un pullman di un paese vicino (nota: non investita da un pullman di turisti) e fosse ricoverata al reparto maternità dell’ospedale di Battipaglia, giudicata poi guaribile in 9 mesi. Creammo lo scompiglio, eravamo nel periodo in cui Donna Summer, con Love to love you baby, era all’apice della carriera: non si capiva cosa ci facesse in zona… la notizia, dopo poco, si ampliava con un comunicato (spudoratamente falso) del sindaco del paese dei turisti, che si scusava per l’increscioso accaduto pur rammaricandosi di non essere presente fisicamente all’incidente;
da cameraman, invece, avevo avuto l’incarico per filmare un evento e mi feci accompagnare da mia moglie. Tra l’altro, un evento a Buccino era finito giusto in tempo per correre di fretta sul litorale di Pontecagnano, all’hotel che ospitava questo secondo evento nello stesso giorno. Lì, stranamente era tutto buio… dopo un giro di telefonate senza risposta ai committenti, durato una mezz’ora, ancora non capivo l’accaduto. Poi venne il titolare dell’hotel, insospettito dalla presenza della mia macchina lì davanti e ci spiegò che l’evento era fissato per la domenica successiva…
Anna Rita Canone

Complimenti !!! Grazie per la citazione … quanti bei ricordi hai scatenato ! Ricordi le foto a Sandro Paternostro …. altra storia che un giorno racconterai.
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