Anno scolastico 2024: problemi in partenza

L’anno scolastico 2024 non sembra essere iniziato con i migliori auspici. Da un lato, infatti, continua la perenne carenza di docenti, come segnalato già ad agosto da Orizzonte Scuola ed altri, dall’altra si assiste a un costo dei libri insostenibile.

Si hanno ben due testimonianze (conoscenza diretta, ma sicuramente non sono le uniche) sul secondo punto, abbastanza emblematiche.

Emiliano Miliucci vive nel Lazio e ha due figlie: una sta per iniziare la terza media, l’altra la prima. Scrive su Facebook:

Nei 2 anni che intercorrono tra una figlia e l’altra a livello mondiale magari sono successe un sacco di cose.

Ma che io sappia, pur nella mia ignoranza, posso affermare con discreta certezza che:

Il teorema di Pitagora è rimasto uguale;

Che 3×3 fa sempre 9;

Che le preposizioni semplici continuano ad essere di, a, da, in, con, su, per, tra, fra e che gli articoli determinativi sono ancora il, lo, la, i, gli, le;

Che Mendel continua ad avere un rapporto anomalo coi piselli odorosi;

Che i Romani sono tutti morti;

Che le regioni italiane sono sempre 20 e continuano a produrre felicemente barbabietola da zucchero;

Le guerre mondiali o almeno quelle considerate tali, sono sempre due e che la seconda ha messo fine alla storia che tanto il programma arriva sempre li;

Che il congresso di Vienna c’è stato nel 1814, che la rivoluzione francese è sempre datata 1789 e la scoperta dell’America nel 1492.

Roma continua ad essere stata fondata nel 753a.C. E i suoi re sono ancora 7: Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, Anco Marzio, Tarquinio il Superbo, Mammolo e Dotto.

Eccetera Eccetera.

Eppure, nonostante il campionario delle nozioni che impariamo a scuola sia rimasto piú o meno quello sin dai tempi de mi nonno, indovinate un po’ cosa me ne faccio io dei libri della prima media della prima figlia (parliamo di due anni fa)?

Esatto.

Li butto.

Perché la seconda figlia avrà le versioni aggiornatissime dei nuovi librissimi con percorsi didattici tutti da sballo!

Wow wow wow!

Ecco.

In questo periodo dell’anno le famiglie italiane sono costrette a buttare tonnellate di libri (parlo a ragion veduta visto il lavoro che faccio) per acquistarne di nuovi che sono praticamente identici a quelli che vengono buttati.

E i libri dei figli maggiori non vanno mai bene per quelli minori.

Il tutto sostenendo una spesa non indifferente poiché per la prima media parliamo di circa 350 euro perché (…) di libri usati non se ne trovano), ai quali vanno aggiunti, nel mio caso, i circa 150 per la terza media (per la quale abbiamo trovato qualcosa di usato che tanto per quello che li usa vanno benissimo cosí).

Il tutto al netto di cancelleria, dizionari, quaderni eccetera eccetera eccetera.

Ecco.

Io capisco l’editoria che su questo inganno ci campa.

Capisco che nessuno compra piú i libri e in qualche modo bisognerá pur venderli.

Io capisco tutto l’indotto fatto di cartolerie, rappresentanti, corrieri e via dicendo.

Io capisco il bisogno di percorsi didattici super fighi wow wow wow.

Ma mannaggia la miseria.

Ci sarà mai qualcuno che inizierá a capire le difficoltà delle famiglie italiane?

Perché se è vero che l’economia debba girare, non è altrettanto vero che debbano farlo anche le mie palle…

Il post ha ottenuto 1858 like e 349 commenti da tutta Italia, che per lo più confermano la situazione.

Veniamo a Lucia, nome fittizio.

Lucia vive in Lombardia e il figlio ha appena iniziato le scuole medie. Lucia, il figlio Marco e il marito Roberto sono una delle tante famiglie monoreddito in Italia.

Lucia ha inviato su Whatsapp la lista dei libri per Marco: 480€, a netto di tutto il resto.

Lucia sta acquistando i libri a rate. Lucia scrive:

“Per ora hanno chiesto no libri e rilegatura copertina. Più flauto, album, quaderni, pentagramma A4 e separatori per fogli, ma quelli arrivano da Amazon (flauto escluso). Roberto ha speso per ora su Amazon 10€ circa. Considera che pastelli, pennarelli etc. ho fatto un riciclone, così come zaino, ma ci arriverà altro materiale da acquistare (tipo compasso, etc).

E lo stipendio è uno solo”.

Sarebbe opportuno che il governo considerasse i vari Emiliano e Lucia, con potenziali soluzioni o iniziative per affrontare il costo elevato dei libri e dei materiali scolastici in Italia.

Anna Rita Canone


Liceo Artistico San Leucio: la classe V E ai primi posti a livello nazionale

Un bellissimo e ulteriore fiore all’occhiello per il Liceo Artistico “San Leucio”: la V E è risultata, alle prove INVALSI d’Italiano, sopra la media nazionale a livello regionale, dell’Italia Meridionale e nazionale.

La suddetta classe, tra l’altro, ha visto ben due (uno della cittadina santamariana Olga Picascia) dei sei 100 e lode di tutto l’istituto.

Sicuramente l’ottimo risultato rappresenta una grande soddisfazione per la dirigente, dott.ssa Immacolata Nespoli, così come per il professore d’Italiano e coordinatore, Salvatore Boccagna.

La dirigente ha saputo creare un team di docenti d’eccellenza per la V E, sezione Arti Figurative (Pittura e Scultura), il prof. Boccagna ha saputo infondere il suo amore per il lavoro ai ragazzi, facendoli appassionare alle materie insegnate, Italiano e Storia. Il professore, tra l’altro, ha sempre creduto nei ragazzi e questi ultimi lo hanno subito amato e ricambiato (anche lui, come altri docenti in Italia, ha avuto l’omaggio della classe in piedi, come la scena finale del celebre film “L’attimo fuggente”).

L’unione fa la forza e i risultati si vedono: auguri alla dott.ssa Nespoli e al prof. Boccagna per il nuovo anno scolastico e a tutti gli ex studenti della V E. La classe, in particolare, è sempre stata definita “ottima” dai docenti ai colloqui: sono ragazzi e ragazze che si sono messi in gioco agli esami, portando argomenti anche difficili; ne sono usciti tutti con onore, al di là dei voti e, soprattutto, hanno tutte le carte per riuscire nella Vita – che è poi la massima soddisfazione per un docente che li ha cresciuti per tre anni, raccogliendo adolescenti e consegnando uomini e donne alla società civile.   

Anna Rita Canone

“Etereo”di Olga Lepri

Il Museo Archeologico di Calatia è lieto di presentare la mostra personale di Olga Lepri, giovane artista italiana nata nel 1994, che si terrà dal 7 settembre al 5 ottobre 2024.
La produzione di Olga Lepri (classe 1997) propone l’utilizzo del medium pittorico per condurre indagini diversificate sulla realtà empirica. Formatasi tra Venezia e Bruxelles, la consapevolezza formativa che acquisisce in questi luoghi si rintraccia nelle opere, che rivelano suggestioni derivanti dalla pittura fiamminga e quella lagunare cinquecentesca, specie nell’approccio manierista alla pennellata e alla costruzione delle figure. Attingendo al dizionario figurativo della pittura di genere, Olga Lepri rielabora soggetti e contesti alla luce di nuove istanze, che dimostrano un tentativo di superamento della sostanza intellegibile. Il complesso e diversificato retaggio culturale dell’artista si sposa in modo congeniale con gli spazi del Museo Archeologico di Calatia, testimonianza storico – artistica del mecenatismo illuminato della famiglia Carafa, che denuncia caratteri barocchi preservatesi dal restauro della dimora gentilizia del 1660. La magniloquenza degli stucchi e la preziosità dei parati dipinti a mano un tempo presenti nelle sale della residenza, rimandano agli orizzonti estetici riproposti da Lepri, che guarda alla parentesi manierista e alla successiva barocca con genuina curiosità, parte di un processo complesso di assemblaggio non esclusivamente metodologico ma anche figurativo. Ad evocare ritorni e suscitare rimembranze sono le figure antropomorfe dai tratti bestiali presenti soprattutto nella produzione su carta di Olga Lepri visibile in mostra, che ricordano le creature popolanti i giardini dal gusto tardo barocco imperante a palazzo nel XVIII secolo. La ricerca di Lepri pone quindi l’accento sul processo di estradizione dell’essenziale, che si compone di una pittura non visibile al pubblico ma che risulta essere quella più autentica, fatta di gesti occultati, ripensamenti e citazioni colte, sintetizzati in questo frangente da una pennellata densa e stratificata, che disvela progressivamente i tentativi di superamento della “cecità” intellettiva “I Carafa di Maddaloni e la feudalità napoletana nel Mezzogiorno spagnolo”, Atti in memoria di S. E. Mons. Pietro Farina, a cura di Francesco Dandolo e Gaetano Sabatini, 2013, pp. 242 – 243che limita l’esperienza del vivere.
Seppur a primo acchito, la metodologia dell’artista sembra rivelare un tentativo di definizione graduale del dato formale, Lepri opera un processo inverso: attraverso una prassi desunta dalla corrente novecentesca decostruttivista, la riduzione a minimi termini del soggetto, solo in fine ricomposto, permette che ad emergere siano le contraddizioni intrinseche, le marginalità e i rimandi, spesso tralasciati dai più nell’analisi del reale, rivelando crepe e ombre dell’esistenza. Le opere in mostra si propongono come traccia residuale di un passaggio dallo stato incorporeo a quello grafico come epifanie di segni, che nella loro apparizione consentono una prospettiva inedita di elementi come il corpo, considerato nel suo meccanismo di propriocezione. Il riconoscimento dei soggetti dipinti, dai paesaggi agli studi del corpo, esplicita il superamento dell’artista del senso della vista, in questa sede ripensata secondo l’accezione classica del vedere (in greco “ὁράω” – orao) come capacità di valicazione del limite del tangibile, una realizzazione mentale di un concetto solo intuitivo della realtà esteriore. Ad essere generata dall’artista è un’intuizione puramente fantastica che porta alla concezione dell’”idea”, il cui termine deriva dal verbo “orao” (cfr. ἰδεῖν) nella matrice generatrice. Il risultato del processo creativo dell’artista è un’immagine vibrante che mescola corpi e paesaggio come in un’apparizione non definita e al contempo sostanziale nella sua immanenza. La visione di Lepri però non è profetica, ma consente una concretizzazione dell’artista in un aedo contemporaneo, che formalizza la sua coscienza di sé e del reale in una moltitudine di forme che valicano i confini imposti dai supporti artistici, affermandosi come nuove creature di spirito nella dimensione fattuale. La mostra propone un itinerario alla scoperta di un luogo altro, dove ad imperare è lo scenario onirico, immortalato tanto nella serie delle “Cecità” quanto in “Etereo” e “Marina”: corpi sospesi e ineffabili perennemente fuggitivi alla comprensione razionale in toto e il cui legame con la realtà fenomenica è in un equilibrio costantemente precario.
Le opere, disposte secondo il percorso pensato per la mostra, si susseguono per differenti tematiche.
La figura umana è sempre posta al centro di una negoziazione tra materia, colore e spazio, risultando in un corpo in costante fermento d’astrazione. Dai connotati più descrittivi del soggetto umano calato in contesti specifici, le opere si muovono verso una fusione della forma antropomorfa con la naturalezza pittorica.
Di seguito si riporta una breve descrizione delle serie di opere presenti in mostra:
Mercati, 2018-2019
Spazi collettivi, teatri di scambio e di coesistenza, di caos e di ripetizione – i mercati possono essere osservati come degli ambienti, degli habitat. L’individualità delle diverse figure che lo popolano si esprime in questo ciclo di opere attraverso azioni e maschere, rituali, abitudini.
Pittoricamente, la serie si sviluppa nella narrazione, nella stratificazione e nella ripetizione di elementi gestuali: ricorrono elementi come i tendaggi, i tappeti, i mamuthones, il colore esasperato, motivi naturali e dettagli mistici. La serie rappresenta anche un pretesto per approfondire nella ricerca artistica la dimensione plurima, una prospettiva multipla o rovesciata, Mercato di Tappeti, Hut e Pescatore ne sono un esempio sul piano compositivo e cromatico, mentre Smistatori di Granchi pone l’accento sulla manualità dei pescatori che si mescola tra le chele pullulanti dei granchi e smista i loro destini in grandi contenitori. Guardando alla composizione spaziale delle icone o ad elementi del contesto rurale ed emarginato, la serie dei mercati ricostruisce un ambiente di fantasia. Essa esplora una modalità di vivere il tempo come una dimensione sospesa, con l’uomo in costante e viscerale contatto con la natura: in Al lago il tempo sereno del vivere in natura incontra il tempo di spensieratezza di un gruppo di ragazzi che si muove verso un lago immaginario per fare un tuffo; Breakfast raffigura una mamma con due bimbi seduti intorno a un tavolo di una veranda dalla luminosa vetrata, è un momento di serena condivisione.
Corpi onirici, 2019
La serie dei Corpi Onirici è la sfida artistica di ripensare la mescolanza tra il disegno con la pittura.
Il procedimento che ne deriva rappresenta l’occasione di riversare due modalità diverse di pensiero nella stessa mano e sullo stesso supporto: il segno deve farsi gesto pittorico e il colore funziona come struttura portante di una scena. L’anatomia sospende l’analisi prettamente grafica e si integra alla componente pittorica. Questa ricerca è quindi un’indagine sulle potenzialità e il significato formali del disegno e della pittura. Il reticolo di segni è in queste opere volutamente neutralizzato dall’inchiostro nero della stampa. Persa la materia e la lucentezza della grafite, il disegno può così ricevere la rilettura pittorica che ne sconvolgerà la struttura e il significato. La suggestione delle ombre oleose e le poche note di colore collocano la rappresentazione della figura umana su un piano che ricorda l’esperienza onirica, mentre il corpo, incastrato tra tracce frenetiche e pennellate di colore, compie sempre lo stesso poetico “battito di braccio”, ma viene declinato in successioni e cromie diversi. I disegni della serie presentati in mostra sono Corpo Onirico, Corpo Onirico (caduta), Corpo Onirico (abbraccio). Cecità o Essere senza vedere, dal 2018.
La serie è ispirata da autori come Jose Saramago, John L. Borges, Jaques Derrida e il testo autobiografico di John M. Hull “Il dono Oscuro. Note sulla cecità, la ricerca sul concetto di cecità è un modo alternativo per studiare e riscoprire il corpo”. Da una ricostruzione analitica del comportamento dei corpi nonvedenti, attraverso il disegno e il collage, le figure in pittura risultano decostruite in sentimenti, movimento, caduta. Superare le strutture iconografiche e metaforiche della rappresentazione classica della cecità, questo è lo scopo di una ricerca sul complesso concetto di cecità e la figura del cieco. Tipicamente associato a poteri soprannaturali come la previsione del futuro, il non vedente ci insegna piuttosto ad andare avanti, a sentire, ad orientarci. La sfida della pittura è quella di riflettere sui momenti di propriocezione e autocoscienza attraverso il processo di costruzione dell’immagine e di senso. Cecità #1, è la prima di una serie di rappresentazioni e sfumature su questo tema. L’intenzione è qui quella di cogliere una forma quasi scultorea della parola cecità nella sua forma più astratta svincolata da ogni iconografia del cieco. Si tratta di ammasso corporeo, apparente privo di sensorialità, in un paesaggio accennato. Cecità #2 riprende gli stessi motivi sotto uno sguardo più carnale sottolineato dai colori più vivi, caldi e accesi. In Cecità #3 (caduta) la composizione a tre corpi è meno serrata e resa instabile dalla caducità di uno dei corpi.
Ultimo dei quadri presenti in mostra della stessa serie è Cecità #4 (catena), raffigurante un gruppo di corpi accennati dalle braccia intrecciate. Le pitture sono realizzate ad olio e vernice finale, materia e luce nello stesso corpo. In opere come Blind Kid si esplora un’iconografia aggiornata del non vedente come figura in grado di ascoltare valori come l’ascolto, l’orientamento, la propriocezione.
L’opera è ispirataa al film documentaristico di Johan Van Der Keuken segue la vicenda di ragazzi non vedenti in ben due filmati Blind Kid (1964) e Herman Slobbe/Blind Kid II (1966), toccando temi legati alla soggettività, al sociale, alla politica.
Etereo, 2022
Le opere della serie Etereo sono realizzate su tela e nascono questa volta da un collage fatto a mano dall’artista di disegni anatomici sullo studio dei tentativi di volo umano: vi sono movimenti di braccia, tensioni, slanci e cadute che vanno a mescolarsi per suggerire delle strutture embrionali, dei riverberi.
Stampate e neutralizzate da un nero uniforme, queste immagini subiscono una rilettura pittorica complessiva. Dalle suggestioni delle tracce dei collage nasce una scena nuova. La rappresentazione del corpo è a questo punto distaccata dal volo iniziale, ma ne mantiene una memoria vibrante al suo interno. Marina. (Etereo) vuole cogliere attraverso l’uso delle forme di più corpi, la ventosità e l’impeto di una classica marina; il formato allungato e orizzontale contribuisce a muovere ariosamente l’onda dei corpi sfruttando le stesse leggi della dinamica che lo sguardo associa ai fluidi.
In Etereo, dei corpi sorreggono come degli Atlanti una massa: un’ombra che ha improvvisamente preso corpo diventando una nuvola plumbea. L’idea surreale esplora l’assurda possibilità di cosa accadrebbe se tutte le ombre, fatte di nulla, si comportassero improvvisamente alla stessa maniera, acquisendo improvvisamente fisicità. La scena pittorica si costruisce nella narrazione di come lo spazio vuoto, l’ombra o l’aria, si ribellasse ad essere pensata sempre al negativo, di essere quindi una presenza scontata.
Disegni
Un’intera parete è dedicata agli spunti visivi nati accanto alle opere in mostra. Si tratta di una “nuvola” di disegni di varie dimensioni: testimonianze di una ricerca formale, oltre che espressiva, sui temi che ricorrono in questo percorso. Questi lavori tentano di cogliere su carta l’esperienza di un’idea facendo leva su un forte carattere pittorico del reale. Dagli studi sulle scene di mercato alle figure dei pescatori, dalle maschere dei riti rurali ai bozzetti di personaggi ripresi da Tintoretto, dall’umano astratto a un’iconografia alternativa della cecità metaforica. Il disegno passa dall’essere uno strumento di studio a gesto esplorativo e pittorico.
Biografia dell’artista
Olga Lepri consegue il diploma di baccalaureato alla Scuola Europea di Bruxelles nel 2015. Nel 2021 completa l’intero ciclo accademico magistrale e specialistico in Pittura e Arti Visive all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove per due anni svolge l’attività di tutoraggio affiancando il Prof. Mauro Zocchetta al corso di Anatomia Artistica. A completamento della sua formazione, nel 2022 consegue il Master of Art presso la Luiss Business School, approfondendo l’ambito delle pratiche curatoriali, di gestione e progettazione artistica. Nel 2017 ha vinto il Premio Mascha Starec delle Giornate Animate di Venezia con l’animazione pittorica VISITOR e nel 2018 partecipa alla mostra ATELIER 12 curata da Luca Reffo in occasione di Art Night di Venezia e in collaborazione con l’Università di Ca’Foscari. Nel 2022 espone nella mostra Arcipelago Aperto presso i Magazzini del Sale, a fianco di artisti affermati ed emergenti, curata da Miguel Mollol, Julia Terzano, Martina Cavallarin e Daniele Capra. Nel 2023 viene selezionata come finalista al Premio Combat esponendo al Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno e vince l’opportunità di partecipare al V ciclo della residenza artistica Paratissima Factory di Torino. La residenza si è conclusa con la mostra Infra-ordinario contemporaneo curata dalle curatrici Valeria Cirone e Valentina Coppola durante la settimana di Turin Art Week e in occasione della fiera d’arte Artissima. Nello stesso anno è chiamata insieme altri otto artisti ad esporre alcuni lavori presso la sede di E.A.H. -Eataly Art House di Verona per la mostra collettiva Première a cura di Luca Beatrice sulla pittura emergente italiana, inaugurata in occasione della fiera Arte Verona. Nel 2024 ha esposto alla personale Risvegli presso Giovanni Remoli Art Gallery a cura di Valeria Cirone e alle mostre collettive Equivoci di Galleria Gare 82 a cura di Paola Rivetta e Federica Picco. Nello stesso anno è invitata alla Galleria Giovanni Bonelli a realizzare delle opere per Le Diable au Corps alla Galleria Giovanni Bonelli curata da Daniele Capra e Massimo Mattioli. A settembre 2024 Olga Lepri partecipa alla mostra Aere della rassegna Isola Prossima presso il Museo della Penna di Perugia a cura di Massimo Mattioli. L’artista ha collaborato con la rivista d’arte americana The Brooklyn Rail Magazine nel 2019 come assistente alla produzione editoriale e nel 2023 con la nota galleria francese d’arte contemporanea Galerie Nathalie Obadia. Nel 2022 ha curato la mostra SPAZIOTRACCIA presso il Museo Christian Andersen di Roma insieme al collettivo curatoriale del Master of Art di Luiss Business School e in collaborazione con Achille Bonito Oliva.
Ad oggi Olga Lepri è stata citata su testate giornalistiche come: Artribune, ArtsLife, Espoarte, Il Giornale dell’Arte, Il sole 24 ore, Inchiesta online, Insideart, Milanodabere, La Cronaca di Mantova, Terrenostre; e su Rai 5 cultura, Rai 3 e TGCOM24.

La mostra gode del patrocinio del comune di Maddaloni.

Informazioni pratiche
La mostra sarà aperta al pubblico dal 7 settembre al 5 ottobre 2024
Opening su invito 7 settembre ore 18.00
Museo Archeologico di Calatia
Via Caudina, 353, 81024 Maddaloni (CE)

Orari: 9.00 – 20.00
Chiuso il martedì

Anna Rita Canone

Un nuovo anno scolastico: il messaggio di don Raffaele D’Agosto

Marcianise, 2 settembre 2024

La prossima settimana suonerà la campanella di inizio dell’anno scolastico. Desidero con semplicità ma di cuore far giungere i più sinceri auguri per la ripresa della scuola a tutti gli studenti, genitori, insegnanti, dirigenti e personale delle scuole di Marcianise.

Innanzitutto il mio pensiero di augurio va ai voi ragazzi.

Vi invito a vedere il tempo della scuola come un tempo unico, un tempo davvero prezioso, da non sciupare mai, ma da vivere sempre con uno sguardo fiducioso al futuro, nella consapevolezza che mettendo a frutto le vostre capacità, diventerete certamente capaci di costruire una società più bella di questa che noi adulti vi abbiamo consegnato.
Il 15 settembre, ricordiamo il trentunesimo anniversario dell’uccisione di don Pino Puglisi. Chi era questo prete? Era “il parrino che dava fastidio”: così la criminalità lo definiva e, allo stesso tempo, aveva già deciso di condannarlo a morte. Lui, don Giuseppe Puglisi: quello che salvava i bambini dalle grinfie della mafia, lottando innanzitutto perché i bambini potessero andare a scuola; quello che contrastava chi voleva ridurre il quartiere Brancaccio, nella sua Palermo, a un covo di criminalità; quello che ha donato la sua vita sapendo che nulla di tutto ciò che aveva fatto era stato vano. C’è una sua frase che egli ripeté più volte quando ancora non si era riusciti a far sorgere la Scuola Media nel quartiere di Brancaccio, realizzata, paradossalmente, dopo il suo omicidio: “A qualcuno fa comodo che l’ignoranza continui perché con l’ignoranza continua l’illegalità”.
Allora studiate, ragazzi! Istruitevi! Solo così potrete diventare cittadine e cittadini autentici e responsabili, costruttori di una società nuova. Solo così potrete camminare a testa alta e con la schiena dritta senza dovervi inchinare e togliervi il cappello dinnanzi ad alcuno.
Da parte mia e della comunità parrocchiale vi assicuro il sostegno e l’accompagnamento, mettendo a disposizione tutte le strutture parrocchiali e promuovendo iniziative socioculturali che saranno pubblicizzate di volta in volta. Ma soprattutto curando la vostra formazione umana e cristiana con cammini specifici, rivolte a tutte le fasce di età, alla scuola di Gesù e del Vangelo.

Un saluto deferente ed un augurio sincero rivolgo anche a voi, carissimi docenti, a cominciare dai Dirigenti. Avete davanti a voi e nelle vostre mani il futuro dei nostri ragazzi.
Sono certo che non vi risparmierete nel dare alla scuola il meglio delle vostre energie, delle vostre competenze e anche del vostro cuore Confidando proprio nella vostra pazienza e nel vostro buon cuore, mi permetto di chiedervi, con le parole di papa Francesco di “amare di più gli studenti ‘difficili’, quelli che non vogliono studiare, quelli che si trovano in condizioni di disagio, i disabili e gli stranieri, che oggi sono una grande sfida per la scuola”.

A tutti coloro poi che, a vario titolo, collaborano con il mondo della scuola, un cordiale augurio di un buon anno, ricco di tante soddisfazioni.

Un pensiero particolare ai genitori. Viviamo in piena “emergenza educativa”. Purtroppo non possiamo ignorarlo. Per questo vi invito a collaborare strettamente con tutta la comunità scolastica. Il dialogo tra famiglia e scuola è decisivo soprattutto per la cura, la formazione e la crescita dei vostri figli. Formiamo una vera “comunità educante”!
Affrontate le difficoltà cercando ciò che è giusto e ciò che è meglio, secondo criteri i cui i punti di riferimento siano il rispetto delle regole ed i valori. Cercate di portare avanti la vostra presenza collaborativa, anche di fronte ad eventuali difficoltà, con una mentalità positiva e costruttiva. Per affrontare e risolvere i problemi c’è necessità di unire le forze e non di disperderle, creando ulteriori problemi.

Concludo, ricordando a me e a tutti, alunni, insegnanti, educatori, genitori, un’altra bella espressione di don Pino Puglisi, oggi più che mai valida ed importante nelle “terre dell’educazione”: “Se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto”.
Ci accompagni Padre Pino Puglisi con il suo sorriso, che, come ha affermato Papa Francesco, era “una luce gentile che scava dentro e rischiara il cuore…la luce dell’amore, del dono, del servizio”.

Buon Anno scolastico, allora, mentre invoco su tutti la benedizione del Signore.

Anna Rita Canone

La trentesima edizione di Burattinarte Summertime si chiude con due super spettacoli a Castagnito e Novello

30ª EDIZIONE. La prima settimana di settembre sarà l’occasione propizia per salutare le vacanze estive con due favolosi spettacoli. A rallegrare quest’ultima propaggine delle ferie prima dell’inizio della scuola, ci penseranno due straordinarie compagnie, che da tempo sono “amiche” di Burattinarte.

Migliaia di spettatori hanno già partecipato a una quarantina tra spettacoli e laboratori in questa edizione di Burattinarte Summertime, che ha visto artisti da tutto il mondo arrivare ad Alba, Bra e nei piccoli paesi di Langa e Roero. Ed ora eccoci pronti agli ultimi due appuntamenti di una grandiosa annata!

I direttori artistici e inventori della rassegna, Claudio Giri e Consuelo Conterno, hanno invitato per la chiusura del calendario due eccezionali rappresentanti del teatro di figura, pluripremiati in numerose rassegne internazionali: la compagnia trevigiana L’Aprisogni e il romagnolo Vladimiro Strinati.

Claudio Giri e Consuelo Conterno, direttori artistici di Burattinarte, riassumono così questa edizione davvero speciale: “Abbiamo voluto festeggiare questa trentesima edizione della rassegna con un calendario quanto mai esteso e vario. Nella grande festa del compleanno di Alba abbiamo alternato grandi spettacoli da palco a laboratori, improvvisazioni teatrali nelle strade, sfilate in maschera e piccoli spettacoli “su misura”. Poi gli appuntamenti hanno abbracciato Bra, le Langhe e il Roero portando colore e risate durante le calde serate estive. Ecco ora, in chiusura, due proposte super divertenti: Naso d’argento de L’Aprisogni andrà in scena giovedì 5 settembre a Castagnito, mentre domenica 8 settembre a Novello, applaudiremo Il castello degli spaventi e la vivacità buffa e gioiosa di Valdimiro Strinati“.

GLI SPETTACOLI

Giovedì 5 settembre, alle 21.30, a Baraccone di Castagnito, in località San Salvario, la compagnia L’Aprisogni presenterà una spassosa rilettura di una delle Fiabe italiane raccolte e pubblicate da Italo Calvino: Naso d’Argento.

Claudio Giri e Consuelo Conterno rivelano: “Cristina Cason e Paolo Saldari, artisti della compagnia L’Aprisogni, sono riusciti a realizzare uno spettacolo divertente, originale e “spiazzante”: basti pensare che il protagonista Naso d’Argento, un diavolaccio in cerca di una moglie, che gli faccia compagnia e, soprattutto, pulisca il suo antro nell’inferno, cerca la sua nuova compagna su Tinder. Troverà una vedova sarda, molto arguta, madre di tre figlie femmine, titolare di una lavanderia. Si dice che le donne ne sappiano una più del diavolo…e qui abbiamo 4 donne e un diavolo solo: immaginate come se la potrà passare quel povero satanasso“.

Domenica 8 settembre, in piazza Vittorio Emanuele II, alle 17.30, il brillantissimo artista ravennate Vladimiro Strinati chiuderà la rassegna estiva con uno spettacolo “da brividi”: Il Castello degli spaventi.

I Direttori artistici di Burattinarte sottolineano: “Lo spettacolo è liberamente ispirato a vecchi copioni e giocato sui meccanismi drammaturgici più antichi del teatro. Troveremo eroi che ci faranno sentire forti, invincibili e magari anche un po’ cattivi e ci confronteremo con paure che poi possono arrivare a farci persino ridere!
Giri e Conterno concludono, anticipando qualche dettaglio sulla trama: “Non mancheranno lamenti, porte che cigolano, pipistrelli, rospi, scarafaggi, borbottamenti, sospiri, inseguimenti, legnate, formule magiche e balletti indiavolati. La coppia comica formata da Fagiolino e Sganapino ne vivrà delle belle: una fuga rocambolesca, una locanda spaventosa e tanti incontri stravaganti, a partire da quello con un Arlecchino in versione zombie e una pericolosa ostessa, la Strega Monticella che intrappola i malcapitati avventori con incantesimi e intrugli“.

In caso di pioggia lo spettacolo del 5 settembre si terrà nel teatro comunale in via Allerino a Castagnito, mentre lo spettacolo di domenica 8 settembre si svolgerà nel teatro comunale di Novello in via Salita Nizza 2.

Gli spettacoli saranno a ingresso libero.
 

SOSTENITORI E PARTNER
Da 30 edizioni molti enti hanno sostenuto Burattinarte, permettendo che l’incantesimo del teatro portasse felicità a tante persone.
Vorremmo ringraziare, per questa 30ª edizione: Regione Piemonte, Fondazione CRT, Fondazione CRC, Comune di Alba, Banca d’Alba, Comune di Bra, Comune di Guarene, Comune di Grinzane Cavour, Comune di Novello, Comune di Piobesi d’Alba, Comune di Murazzano, Comune di Castagnito, Circolo Arci Cinema Vekkio, Associazione Anforianus e Comune di Santa Vittoria d’Alba, Comitato Quartiere Scaparoni, Associazione Nel Viale, Ottica Sipario. E, ancora, l’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero per il patrocinio, e Radio Alba per la media partnership.

Anna Rita Canone

L’ottava edizione di Gustarte a Durazzano e la valorizzazione del vino che ingannava i pastori

Dal 22 al 25 agosto a Durazzano (Benevento) va in scena l’ottava edizione di Gustarte, la manifestazione per valorizzare le tipicità enogastronomiche e promuovere le bellezze naturalistiche e storiche di un territorio magico sospeso tra il Sannio e la Terra di Lavoro. L’evento intende far conoscere, valorizzare e promuovere la cultura enogastronomica, artigianale ed artistica locale. Per questa mission, Gustarte si propone come un contenitore di iniziative, tutte concentrate ad alimentare la resistenza contro l’oblio delle tradizioni dei piccoli comuni che costituiscono l’elemento caratterizzante della nostra Italia. Quest’anno i lavori di Gustarte consentono di promuovere e far conoscere il percorso di riscoperta del vitigno antico Ingannapastore, caratterizzato da uve a bacca bianca ideali per la spumantizzazione. Questo vitigno è stato utilizzato per produrre uno spumante brut di alta qualità. Il lavoro di riscoperta delle uve rare e il processo di spumantizzazione ha trovato un importante protagonista nell’azienda di Vincenzo Santagata di Alvignano (Caserta) che anche i partecipanti di Gustarte potranno assaggiare e conoscere.

Nel corso della cena di giovedì 22 agosto di Gustarte, il giornalista e communication manager Domenico Letizia racconterà la storia e la riscoperta dell’Ingannapastore ricordando che tale vino veniva utilizzato dai contadini per inebriare i pastori del Matese che in autunno scendevano in pianura e sottoscrivevano i contratti per l’accesso ai pascoli. Il proprietario dei terreni riusciva a chiudere accordi a proprio favore grazie proprio al “contributo relazionale” dell’Ingannapastore. 

L’Ingannapastore nelle ultime settimane ha ricevuto una grande attenzione anche attraverso il progetto “Italea Campania”: il programma di promozione del turismo delle radici lanciato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Il grande lavoro di Vincenzo Santagata rappresenta un contributo imprenditoriale di riscoperta del territorio che dimostra l’importanza di dedicare attenzione alle uve rare e alle antiche varietà che rischiavano l’estinzione, contribuendo a salvaguardare la biodiversità e creando nuove opportunità economiche nelle campagne. Tali coltivazioni, documentate per la prima volta nel 1811 nella provincia di “Terra di Lavoro”, sono valorizzate per la qualità del vino prodotto, in particolare quando le viti sono coltivate in simbiosi con gli alberi. I vitigni minori e antichi rappresentano un bellissimo mondo da scoprire, proprio perché spesso sono poco conosciuti e rappresentano la vera anima vitivinicola e la ricchezza, in termini di biodiversità e patrimonio storico culturale, di una determinata zona.

Anna Rita Canone

Appello Twitter: salviamo Fatemeh Davand dalla deportazione in Iran

Masih Alinejad :

Urgente: l’attivista iraniana Fatemeh Davand rischia l’imminente esecuzione se deportata in Iran. Agisci ora!

I leader occidentali ci dicono che possono solo fornire un rifugio sicuro alle vittime della guerra, ma la Repubblica islamica combatte contro il suo stesso popolo da quattro decenni.

Fatemeh Davand, ex prigioniera politica che ha assistito al massacro di manifestanti disarmati della Repubblica islamica durante la rivolta del novembre 2019, rischia ora la deportazione dalla Turchia all’Iran già da domani, un destino che quasi certamente la porterebbe alla tortura e all’esecuzione.

Le comunità iraniane sono tese stasera, sapendo che la sua vita è in bilico. Il mondo non deve restare in silenzio.

Chiedo urgentemente al governo turco di fermare immediatamente la sua deportazione. Chiedo all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani @volker_turk di intervenire. L’unica speranza di sopravvivenza di Fatemeh risiede in un rapido intervento internazionale.  Facciamo appello all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) affinché acceleri il suo reinsediamento sicuro in un paese che la proteggerà.
Questa è una situazione di vita o di morte. Abbiamo bisogno di avvocati internazionali, decisori politici, giornalisti e difensori dei diritti umani che alzino la voce, facciano pressione e agiscano per impedire questa ingiustizia
“.

Italea Campania e la promozione del turismo delle radici nel casertano e nel Sannio

ITALEA è un importante progetto di promozione del turismo delle radici lanciato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, all’interno del progetto PNNR e finanziato da Next GenerationEU per il periodo 2022-2025. Un progetto dedicato sia a chi conosce già le proprie origini italiane e vuole organizzare un viaggio per scoprire e ritrovare i luoghi, i costumi e la cultura dei propri avi, sia a chi le deve identificare, e che potrà avvalersi di una rete di esperti affidabili. Il team di professionisti di Italea Campania è attivo nelle province di Napoli, Avellino, Caserta, Benevento e Salerno, grazie alle sinergie tra professionisti esperti in settori quali turismo responsabile, sviluppo rurale, accoglienza agrituristica, scienze agrarie e forestali, food innovation, agricoltura sostenibile, escursionismo storico-naturalistico, genealogia, innovazione digitale, inclusione sociale, didattica esperienziale e laboratori immersivi.
Nelle ultime settimane la squadra di Italea Campania si è “impreziosita” di un “nuovo acquisto” per valorizzare il territorio del Sannio e di tutto il casertano. Nel team di Italea Campania è entrato anche Domenico Letizia, giornalista e Communication Manager, esperto di marketing territoriale, istituzionale e d’impresa. La presenza del giornalista casertano è stata valutata per promuovere un trait d’union tra Campania e Canada, paese con il quale da sempre coltiva importanti contatti. Non solo dirette sui social con i tanti italo-discendenti residenti nel paese che ha come capitale Ottawa, ma anche racconti di luoghi e persone, di feste, iniziative popolari, antichi mestieri e sagre che da sempre animano le comunità del casertano e del beneventano. La rete territoriale del progetto Italea si estende in tutte le regioni italiane per informare, accogliere e assistere i viaggiatori delle radici, garantendo un supporto capillare lungo tutto il percorso e aiutando nell’organizzazione di un viaggio su misura, in base alle specifiche esigenze e aspettative di ciascuno. Il recupero della storia, della memoria e delle tradizioni della propria terra natìa inoltre sono le principali motivazioni che inducono gli italiani di seconda e terza generazione a scegliere l’Italia come meta per le loro vacanze e per questo sono ritenuti gli elementi fondanti per lo sviluppo del turismo delle radici. Analizzando le principali mete turistiche che riguardano le aree e i borghi rurali è nata l’idea di approfondire, oltre al fenomeno della promozione delle produzioni agroalimentari italiane, l’interesse delle attività agricole dal punto di vista turistico e, in particolare, dal punto di vista di coloro che hanno legami profondi con l’identità culturale italiana.

Anna Rita Canone

ASPETTANDO IL MIO SAN MARZANO 2024 A SAN VALENTINO TORIO

Martedì 30 luglio alle ore 19 si rinnoverà l’appuntamento con Aspettando il mio San Marzano 2024 nei campi di Solania a via Maria Carino 10, presso la Tenuta Don Eugenio a San Valentino Torio, in Provincia di Salerno.

L’azienda di Giuseppe Napoletano, leader nel settore della coltivazione e della trasformazione del pomodoro San Marzano DOP, con la collaborazione di Perrella Network, anche quest’anno conferma il suo impegno per la kermesse che celebra l’oro rosso dell’Agro Nocerino Sarnese.

Protagonisti della serata i curatori della guida 50 Top Pizza e di 50 Top Italy: Barbara Guerra, Luciano Pignataro e Albert Sapere.

I piatti, gli chef, i pizzaioli e le loro pizze saranno illustrati dal direttore de La Buona Tavola Magazine Renato Rocco.

Saranno presenti i brand ambassador del pomodoro di Solania, i pizzaioli Diego Vitagliano, Sasà Martucci e Raffaele Bonetta.

Saranno tre i forni in funzione: il primo per i brand ambassador; il secondo per i maestri istruttori dell’Accademia PizzaDoc, presieduta da Antonio Giaccoli; e il terzo per la pizzeria Jarama con la sua originale pizza alla brace di Emilio Di Nardo.

Presenti i seguenti chef: Antonio Peluso della Locanda del Baccalà di Marcianise; Cristian Oliviero del Dejavu di Pozzuoli; Domenico Savio Pezzella del Sohara Luxury Club e Demodé; il pastaio Francesco Del Prete del pastificio Del Prete; il pasticciere Aniello Di Caprio e Giuseppe D’Addio, della scuola Dolce & Salato; Giuseppe Auricchio del Ravida Resort di Pompei. La serata verrà ripresa dalle telecamere del Gambero Rosso Channel che sta realizzando uno speciale sull’azienda.

Saranno presenti i maestri pizzaioli dell’Associazione Verace Pizza Napoletana (AVPN), guidati dal loro presidente Antonio Pace.

Durante il pomeriggio del 30 luglio sarà possibile per gli operatori del settore ho.re.ca. far visita allo stabilimento di Solania di Fosso Imperatore nel primo giorno di produzione del pomodoro San Marzano DOP, e sarà offerta ancora una volta la possibilità di scegliere il proprio campo di produzione.

L’evento quest’anno è caratterizzato dall’elemento Vesuvio, ben visibile dalla Tenuta, che fa da sfondo ai filari di pomodoro – spiega il patron Giuseppe Napoletano -. Infatti, se l’elemento dell’anno scorso era stato l’acqua del fiume Sarno, quest’anno invece il focus è sul terreno fertile dell’Agro Nocerino Sarnese che, grazie alla funzione concimatrice del vulcano, permette la crescita rigogliosa di questa straordinaria pianta, i cui frutti vengono raccolti per ben tre volte nel corso della stagione di produzione”.  

La manifestazione è riservata esclusivamente agli operatori dell’informazione e del settore enogastronomico ed agroalimentare e agli addetti ai lavori. Gli chef, i pizzaioli, i ristoratori e i giornalisti, blogger e influencer potranno confermare la loro adesione rispondendo alla mail di comunicati@labuonatavola.org o di labuonatavolamagazine@gmail.com.

Anna Rita Canone

Inaugurati i cantieri di due asili nido

Maddaloni – Nella mattinata di mercoledì 24 luglio sono stati inaugurati i due cantieri degli asili nido che sorgeranno adiacenti alle scuole di via Feudo e via Sani.
Entrambe le opere sono finanziate con i fondi del PNRR e una volta completati, queste due strutture, accoglieranno bambine e bambini della fascia d’età pre infanzia 0-3 anni.
La loro posizione è strategica. I due asili si trovano nelle due aree più popolose della città, alle due estremità. Il primo infatti sorgerà all’interno dell’area in cui si trova la scuola dell’infanzia Agazzi e la primaria Brancaccio facente parti dell’ I.C. “Maddaloni 2 – Valle di Maddaloni”; il secondo sarà adiacente alla scuola primaria “Don Milani” dell’ I. C. “Aldo Moro”.
I cantieri, pur essendo vicini alle scuole, non intralceranno le attività didattiche, essendo opportunamente separati e con ingressi indipendenti da quelli delle scuole.
Nei prossimi mesi si procederà a far partire i cantieri anche per l’asilo nido previsto a via Cancello e a via Starza nei pressi del plesso “San Domenico”.

Anna Rita Canone

COMPLETATA L’OPERAZIONE CAPODOGLIO, INAUGURATA L’INSTALLAZIONE DELLO SCHELETRO DI “GEA” PRESSO  “CASA PELAGOS”, NELL’OASI WWF DI ORBETELLO  

Casa Pelagos, il percorso immersivo dedicato all’omonimo Santuario dei Cetacei e realizzato nel 2023 all’interno dell’Oasi WWF Laguna di Orbetello, si è arricchita di un’installazione unica che fa “rinascere”, a beneficio della comunità, un giovane capodoglio che si era spiaggiato deceduto nel 2019 e, dopo un lungo lavoro di recupero e restauro, finalmente visibile al pubblico.
Nel corso dell’inaugurazione, avvenuta oggi presso lo storico Casale Giannella, il WWF e i partner dell’Operazione Capodoglio, in particolare l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana e la Tenuta Presidenziale di Castelporziano, hanno raccontato la storia di questo mammifero marino attraverso la descrizione del suo ritrovamento presso il litorale laziale, del suo interramento e del lungo lavoro del team che ha consentito di poterlo esporre dopo 5 anni dallo spiaggiamento. Il capodoglio è stato anche “adottato” da una rappresentanza delle giovani generazioni della comunità locale e presente all’inaugurazione: i bambini dell’Istituto Comprensivo Don Milani di Orbetello, col supporto della comunità social attivata sui canali WWF, hanno scelto per questo esemplare femmina il nome “GEA” e arricchito con i loro disegni l’area del capodoglio.  
Questo progetto di recupero rappresenta un’impresa di straordinaria importanza e unica in Italia per la collaborazione fra istituzioni, in primis il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica, l’Associazione e un Ente di ricerca. Due le Riserve Naturali Statali coinvolte: la Tenuta Presidenziale di Castelporziano, dove l’animale è rimasto seppellito fino a febbraio scorso per consentire la decomposizione in sicurezza, e l’Oasi WWF Laguna di Orbetello che da oggi lo ospita.
L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana (IZSLT) ha curato tutte le fasi, dallo scavo al restauro delle ossa. La pulizia e lo sbiancamento dell’intero scheletro, la riparazione e la catalogazione per individuare le parti mancanti sono state svolte presso la sezione di Roma dell’IZSLT dal dott. Cristiano Cocumelli (dirigente veterinario IZSLT), Emiliano Di Nolfo (tecnico IZSLT) e dal dott. Valerio Manfrini (consulente biologo per l’IZSLT) che ha curato anche l’allestimento finale dello scheletro. Questa seconda fase, durata tre mesi, ha richiesto 150 ore di lavoro. Le ossa mancanti sono state ricostruite in resina dai tecnici della TUMA Studio SRLS SB di Roma mediante la tecnologia della stampa 3D.
Per l’installazione, lo scheletro – disarticolato ma in sequenza – è stato posizionato su una struttura di legno riempita di sabbia per simulare la porzione di spiaggia sulla quale il capodoglio si era spiaggiato. L’ideazione e la realizzazione dell’installazione sono state curate dal dott. Adriano Argenio (Direttore Oasi WWF Laguna di Orbetello e Lago di Burano) insieme ai collaboratori dell’Oasi, Emanuele Valentini e Andrea Giachetti. La dott.ssa Laura Pintore, esperta cetologa del WWF Italia, ha seguito le fasi dello scavo e curato i testi dei pannelli. Il Prof. Marco Zuffi, esperto di anatomia osteologica e museologia, ha partecipato a tutte le fasi dal recupero all’allestimento.
Il giovane capodoglio “Gea” è stato così restituito alla comunità e da oggi potrà testimoniare l’importanza della salvaguardia dei nostri mari accanto alle altre installazioni interattive di Casa Pelagos che aiutano il pubblico a scoprire tutti i segreti e le minacce che gravano sulle specie che popolano il Santuario Pelagos. Lo scheletro, affidato al WWF Italia dal Raggruppamento Carabinieri CITES, contribuisce anche a sensibilizzare sul tema del commercio di specie a rischio estinzione, tutelate dalla Convenzione di Washington (CITES), come appunto il capodoglio.
Casa Pelagos – nata nel 2023 anche grazie al supporto di Deutsche Bank che sostiene via via le varie fasi di allestimento e, nella fase iniziale, anche da Regione Toscana – è tra i progetti delle iniziative della GenerAzione Mare all’interno della Campagna Our Nature che anche quest’anno vede il WWF impegnato in attività di ricerca e tutela dei cetacei, con azioni di citizen science, monitoraggi e attività divulgative.

LA STORIA DEL CAPODOGLIO “GEA”
Lo spiaggiamento di questo esemplare di Physeter macrocephalus femmina, della lunghezza di 512 cm, con un’età stimata inferiore a un anno, era avvenuto sul litorale di Ostia nel 2019. A seguito della segnalazione da parte della Capitaneria di Porto di Ostia, del sopralluogo e dell’esame anatomopatologico eseguito dall’IZSLT e grazie alla disponibilità della Tenuta Presidenziale di Castelporziano, l’esemplare era stato trasportato verso l’arenile dell’area naturale per essere interrato il 12 giugno dello stesso anno al fine di consentirne la decomposizione in sicurezza e il successivo recupero dello scheletro, operazione che si è svolta a febbraio scorso.  Il capodoglio è il più grande predatore del pianeta, i maschi possono raggiungere e superare i 18 m di lunghezza (eccezionalmente 21 metri), e possiede il cervello più grande del Regno animale. Nonostante sia un gigante del mare è tanto maestoso e imponente quanto fragile. Nel Mediterraneo, infatti, è considerata una specie minacciata e in pericolo di estinzione dalla IUCN (EN, endangered).

CASA PELAGOS
Il percorso interattivo, ospitato presso il Centro di Educazione Ambientale “Aurelio Peccei” presso l’Oasi di Orbetello, si trova al confine orientale dell’omonimo Santuario dei cetacei ed è stato inaugurato nel 2023. Il Santuario, infatti, si apre proprio a pochi passi da Orbetello, punto più a est dell’area protetta, e include nei suoi 87.500 km2 le acque costiere e i mari tra Sardegna, Francia e Principato di Monaco. Fulcro emozionale del percorso di visita è una multi-proiezione a soffitto, interattiva e immersiva, sulle specie marine del Santuario: scegliendo uno tra i diversi modelli tridimensionali esposti, che riproducono altrettante specie marine, e posizionandolo su un apposito supporto, i visitatori attivano una vista nella volta realizzata con riprese originali subacquee o di superficie, che racconta la specie rappresentandola nel suo meraviglioso habitat. Un approfondimento sulle azioni di tutela e salvaguardia degli habitat è trattato mediante un tavolo tattile: elementi plastici, cassetti esplorabili, grafiche e infografiche spiegano la storia del Santuario e gli strumenti per il monitoraggio, lo studio e la tutela degli ecosistemi, anche grazie agli innumerevoli progetti di conservazione condotti dal WWF.

L’allestimento è completato da pannelli e grafiche a parete sul tema delle minacce alla biodiversità e delle strategie da mettere in atto per la sua tutela: realizzati su una linea grafica appositamente realizzata, caratterizzano e arredano l’ambiente fornendo un livello informativo di base, spunti di approfondimento e curiosità. Gli allestimenti si arricchiranno anno dopo anno per garantire una visita sempre nuova e più dinamica.
L’enorme importanza ecologica del Santuario Pelagos ci ha spinti a creare questo percorso museale: siamo felici di ospitare questa nuova installazione che, dopo un lungo lavoro di squadra, offriamo alla comunità di questo territorio, a partire dalle giovani generazioni. Questo può aiutarli a sentirsi sempre più parte integrante del ‘loro’ Santuario e, attraverso la conoscenza, collaborare agli sforzi per rendere questa area marina un luogo in cui poter bilanciare attività umane con la presenza di specie bellissime e importarti” – ha dichiarato Dante Caserta, responsabile Affari Legali e Istituzionali di WWF Italia.


Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana
Il monitoraggio sanitario su cetacei e tartarughe marine spiaggiate lungo le coste del Lazio e della Toscana, è tra i compiti istituzionali dell’Istituto. La collaborazione di esperienze diverse e complementari ha permesso di svolgere un lavoro “in rete” con un approccio che si può definire di “Salute unica”, che considera non solo il benessere degli animali, ma anche la salute degli ecosistemi e delle popolazioni umane, promuovendo una maggiore consapevolezza ecologica e un’educazione più attenta alla sostenibilità.  
Siamo convinti, dichiarano la Dr.ssa Giulia Bonella, Capo del Servizio Tenuta Presidenziale di Castelporziano e il Dr. Stefano Palomba, commissario straordinario IZSLT, che solo attraverso l’unione delle forze e delle competenze si possa realizzare un futuro migliore per le generazioni a venire.”

Anna Rita Canone

Federitaly Campania interviene sull’emergenza energetica per le imprese del casertano

Le micro e piccole imprese della provincia di Caserta stanno vivendo settimane di disagio e preoccupazione crescente per la propria attività economica a causa delle continue interruzioni dell’energia elettrica. Un caos totale che sta colpendo l’agro aversano e tutta la provincia di Caserta. Nelle ultime settimane importanti guasti vengono segnalati a Trentola Ducenta, Lusciano, Villa di Briano, San Marcellino ma anche ad Aversa. Ulteriori problematiche vengono registrate anche a Maddaloni, Santa Maria a Vico, San Cipriano d’Aversa, Casal di Principe, Capodrise, Portico di Caserta e Macerata Campania. Nelle ultime ore sono stati riportati ulteriori disagi anche per le attività di Caserta, San Nicola, Santa Maria Capua Vetere, Capua, San Felice a Cancello e anche sul litorale domizio tra Castel Volturno e Mondragone. Una problematica che rende difficile la vita alle famiglie e alle micro e piccole imprese del territorio. Federitaly, la federazione nata con l’obiettivo di promuovere e tutelare l’iniziativa imprenditoriale italiana e il Made in Italy, ha richiamato l’attenzione delle istituzioni e delle imprese alla proposta per promuovere soluzioni e accompagnare le attività economiche e commerciali del territorio verso una via di uscita.

Annapaola Larenza, Presidente Regionale di Federitaly Campania, ha dichiarato: “Siamo impegnati in queste ore per comprendere a fondo cosa stia accadendo in Campania e nella provincia di Caserta e agire di conseguenza affinché questi problemi non si verifichino più. Siamo accanto alle piccole imprese e ai professionisti del territorio che stanno vivendo un grande disagio per le proprie attività. Vogliamo proporre iniziative per fare in modo che le imprese possano cogliere, conoscere e implementare le opportunità provenienti dalla diversificazione energetica e dalle nuove modalità sostenibili legate alle infrastrutture energetiche e ai bandi regionali, nazionali ed europei per riscrivere l’accesso energetico al territorio”. “La nostra idea – continua la presidente di Federitaly Campania – è quella di proporre alle istituzioni l’emanazione di bonus energetici, dedicati alle micro e piccole imprese, per l’installazione di impianti fotovoltaici e puntare all’autoproduzione per le proprie attività”. La preoccupazione per questa situazione coinvolge anche la dirigenza nazionale di Federitaly che ha fatto giungere alla presidente di Federitaly Campania vicinanza e massimo sostegno. Da Federitaly ribadiscono che dalla provincia di Caserta e dalla Regione Campania si deve proporre un modello di diversificazione energeticacon bonus specifici immediati che, senza burocrazia o farraginosi meccanismi di presentazione delle domande, riescano a dare sollievo alle micro e piccole imprese che non hanno le risorse necessarie per affrontare un’adeguata transizione energetica.  

Anna Rita Canone

Arteteca e Gianluca Manzieri guest star dell’Estate maddalonese

Maddaloni – Stasera 23 luglio, nell’arena della villa comunale “Imposimato” ci sarà lo spettacolo di punta dell’estate maddalonese. Un programma ricco e variegato, quello stilato dall’assessore alla cultura, allo sport ed agli eventi Caterina Ventrone, che finora ha registrato record di presenze in tutti i format proposti. Continuano ad essere sold out gli spettacoli teatrali all’aperto  facenti parte della rassegna teatrale curata da Michele Cupito nel cortile dei tritoni del Villaggio dei Ragazzi. Massiccia la partecipazione agli eventi sportivi di fine giugno nel campo sportivo “Cappuccini” e una buona partecipazione stanno  riscuotendo tanto  il cinema sotto le stelle nella villa Imposimato che gli altri spettacoli nel Villaggio dei Ragazzi che non afferiscono alla rassegna teatrale. Grande attesa per domani sera con i due super ospiti. Il Dj Pandemonium Gianluca Manzieri, un gradito ritorno a Maddaloni, aprirà la serata con la sua carica di energia e simpatia, alternando musica e divertimento con il suo stile unico ed inconfondibile. Seguirà lo spettacolo della coppia comica più esilarante del momento, che hanno spiccato il volo da Made in Sud ed oggi riempiono teatri e piazze grazie alla loro simpatia che diverte tutte le generazioni ed accontenta tutti i gusti. A presentare la serata la conduttrice e giornalista Lucia Grimaldi. L’appuntamento è alle 20.30. Lo spettacolo è gratuito, senza necessità di prenotazione,  fino ad esaurimento posti.

Anna Rita Canone

Nasce Tifata, l’azienda consortile dei servizi sociali

Nel mese di aprile i sei comuni dell’ambito C2 Maddaloni, Valle di Maddaloni, Cervino, Arienzo, Santa Maria a Vico, San Felice a Cancello avevano già approvato all’unanimità lo statuto dell’azienda speciale consortile dei servizi sociali. Ieri mattina 19 luglio, presso lo studio notarile “Calderini”, i sindaci dei sei comuni si sono riuniti ed hanno ufficialmente costituito l’azienda speciale consortile dei servizi sociali. L’azienda si chiamerà TIFATA. Il rappresentante legale temporaneo, in attesa della definizione degli organi collegiali, è stato affidato al Comune di Maddaloni nella persona del sindaco pro tempore Andrea De Filippo. In ogni caso, si è convenuto di dotare il consorzio dei propri organismi gestionali (presidenza dell’assemblea e consiglio di amministrazione) entro la prima metà di settembre.

In questo modo l’azienda potrà essere operativa nelle sue funzioni e attivare la rete per la realizzazione di interventi e progetti mirati in tutti i comuni aderenti.

Anna Rita Canone

ASPETTANDO IL MIO SAN MARZANO 2024 A SAN VALENTINO TORIO

Lunedì 22 luglio alle ore 19 si rinnoverà l’appuntamento con Aspettando il mio San Marzano 2024 nei campi di Solania a via Maria Carino 10, presso la Tenuta Don Eugenio a San Valentino Torio, in Provincia di Salerno.

L’azienda di Giuseppe Napoletano, leader nel settore della coltivazione e della trasformazione del pomodoro San Marzano DOP, con la collaborazione di Perrella Network, anche quest’anno conferma il suo impegno per la kermesse che celebra l’oro rosso dell’Agro Nocerino Sarnese.

I protagonisti della serata, i piatti, gli chef, i pizzaioli e le loro pizze saranno illustrati dal direttore de La Buona Tavola Magazine Renato Rocco.

Confermata la partecipazione dei curatori dell’influente guida 50 Top Pizza: il giornalista enogastronomico del Mattino di Napoli Luciano Pignataro, Barbara Guerra e Albert Sapere.

Saranno presenti i brand ambassador del pomodoro di Solania: lo chef Paolo Gramaglia, Stella Michelin del ristorante President di Pompei, e i pizzaioli Diego Vitagliano, Sasà Martucci e Raffaele Bonetta.

Ci saranno tre forni in funzione: il primo per i brand ambassador; il secondo per i maestri istruttori dell’Accademia PizzaDoc, presieduta da Antonio Giaccoli; e il terzo per la pizzeria Jarama con la sua originale pizza alla brace di Emilio Di Nardo.

Presenti i seguenti chef: Antonio Peluso della Locanda del Baccalà di Marcianise; Cristian Oliviero del Dejavu di Pozzuoli; Domenico Savio Pezzella del Sohara Luxury Club e Demodè; il pastaio Francesco Del Prete del pastificio Del Prete; il pasticciere Aniello Di Caprio e Giuseppe D’Addio, della scuola Dolce & Salato; Giuseppe Auricchio del Ravida Resort di Pompei. Ospite speciale quest’anno la troupe del Gambero Rosso con la special guest della tv, il noto chef Giorgione.

Saranno presenti i maestri pizzaioli dell’Associazione Verace Pizza Napoletana (AVPN), guidati dal loro presidente Antonio Pace.

Durante il pomeriggio del 22 luglio sarà possibile per gli operatori del settore ho.re.ca. far visita allo stabilimento di Solania di Fosso Imperatore nel primo giorno di produzione del pomodoro San Marzano DOP, e sarà offerta ancora una volta la possibilità di scegliere il proprio campo di produzione.

L’evento quest’anno è caratterizzato dall’elemento Vesuvio, ben visibile dalla Tenuta, che fa da sfondo ai filari di pomodoro – spiega il patron Giuseppe Napoletano -. Infatti, se l’elemento dell’anno scorso era stato l’acqua del fiume Sarno, quest’anno invece il focus è sul terreno fertile dell’Agro Nocerino Sarnese che, grazie alla funzione concimatrice del vulcano, permette la crescita rigogliosa di questa straordinaria pianta, i cui frutti vengono raccolti per ben tre volte nel corso della stagione di produzione”.  

La manifestazione è riservata esclusivamente agli operatori dell’informazione e del settore enogastronomico ed agroalimentare e agli addetti ai lavori. Gli chef, i pizzaioli, i ristoratori e i giornalisti, blogger e influencer potranno confermare la loro adesione rispondendo alla mail di comunicati@labuonatavola.org o di labuonatavolamagazine@gmail.com.

Anna Rita Canone

VITICOLTURA EROICA QUALE DIFESA DEL PAESAGGIO

Il tema della viticoltura eroica sarà al centro dei lavori del convegno dal titolo Viticoltura eroica quale difesa del paesaggio, che si svolgerà a Forio d’Ischia, in località Panza, a Casa D’Ambra nella Tenuta Calitto il 20 luglio prossimo. Il direttore della Buona Tavola Magazine Renato Rocco avrà il compito di moderare la conferenza per il Consorzio Tutela Vini dei Campi Flegrei e Ischia, promotore dell’iniziativa.

Quello della viticoltura eroica è un tema che ci sta particolarmente a cuore – spiega Michele Farro, presidente del Consorzio Tutela Vini dei Campi Flegrei e Ischia -. Per ragioni geografiche, orografiche e di natura vulcanica, nei Campi Flegrei e a Ischia si praticano molto le coltivazioni su terrazzamenti, in aree ridotte e di certo non pianeggianti. La viticoltura eroica consiste proprio in questo: si tratta di un lavoro faticoso, fatto di sacrifici in zone scoscese, ripide, caratterizzate da pendenze notevoli, sui pendii montuosi degli edifici vulcanici e dei crateri nel nostro caso, che però ha il pregio inestimabile di difendere e proteggere il paesaggio, la natura”.

Un vero e proprio impegno nel “contrasto al dissesto idrogeologico”, aggiunge poi Farro, il quale sottolinea come il Consorzio Tutela Vini dei Campi Flegrei e Ischia abbia ritenuto opportuno accendere i fari sulla viticoltura eroica per sensibilizzare gli esperti e addetti del settore – e non solo – su una tematica preziosa. “L’attività portata avanti da nostri associati nei terreni delle DOP flegree e ischitane – prosegue – richiede macchinari agricoli particolari ed è per questo che l’incontro del 20 luglio si trasformerà nell’opportunità di evidenziare la necessità di un sostegno, di un supporto per il futuro”.

A partire dalle ore 11, dopo i saluti introduttivi di Andrea D’Ambra, responsabile Isola d’Ischia per il Consorzio, e del presidente Farro, prenderà il via la tavola rotonda con gli interventi di vari relatori: Daniele Marrama, avvocato e professore di Diritto Amministrativo dell’Alimentazione e dell’Agroecologia all’Università di Napoli Federico II; Gennaro Di Vincenzo, amministratore unico Resource s.r.l.; Salvatore Loffreda, direttore Coldiretti Campania; Pietro Gasparri, della Direzione generale per la promozione della qualità agroalimentare e dell’ippica MASAF; Salvatore Schiavone, comandante dirigente ICQRF, Italia meridionale MASAF; Felice Assenza, capo Dipartimento ICQRF e MASAF. Le conclusioni del dibattito saranno affidate a Nicola Caputo, assessore regionale all’Agricoltura della Regione Campania, e a all’onorevole Marco Cerreto, capogruppo Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.

Al termine è previsto un rinfresco buffet a cura di Casa D’Ambra con degustazione dei vini del Consorzio Tutela Vini dei Campi Flegrei e Ischia, il cui Presidente traccia poi un bilancio di questi primi sei mesi del 2024: “Abbiamo avuto una prima metà d’anno molto interessante, tra il convegno alla Casina Vanvitelliana sul lago Fusaro di aprile scorso, cui è seguita poco dopo la nostra partecipazione al Vinitaly di Verona, e una serie di eventi come Borgo Divino e Borgo in Tour. E a tempo debito celebreremo il trentennale del riconoscimento della DOP Campi Flegrei con una manifestazione ad hoc, che dia il giusto valore al lavoro lungo tre decadi svolto con passione e dedizione dai nostri soci”.

Anna Rita Canone

Esami di maturità 2024

Photo Pexel

Gli esami di maturità del 2024 passeranno alla storia per il loro grado di scempiaggine e dei tanti 100 e 100 e lode. All’invenzione ministeriale del “capolavoro” (sic!), infatti, ha fatto seguito la composizione di commissioni esterne quanto meno balorde.

Al famoso caso di Venezia del 3 in greco massivo, infatti, ha fatto da contraltare l’articolo di Orizzonte Scuola in cui gli alunni di tutta Italia denunciano proprio il bieco nozionismo richiesto dalle commissioni esterne agli orali.

A parte il fatto che, da docente, stravolgere i voti d’ammissione di colleghi che conoscono i candidati da almeno 3 anni sarebbe quanto meno mancanza di rispetto, se non sfregio.

Tra l’altro: che senso ha chiedere argomenti che esulano totalmente dalla cultura generale e dal programma rivelandosi, piuttosto, da addetti ai lavori? Serve a mostrare la propria presunta superiorità culturale rispetto a un’altra scuola?

Ci si domanda quanti commissari esterni di Storia sappiano il nome della corazzata su cui il Giappone firmò la resa l’11 settembre 1945, o il numero delle navi del convoglio dell’Operazione Piedistallo. 

Due dati pescati a casaccio dalla memoria, citati per esprimere un concetto estremamente semplice: possono avere senso in un particolare discorso ma perdono qualsiasi valenza, che non sia puro nozionismo, se sradicati dal contesto e chiesti “ad mentula canis“.

Perché i candidati al 100 e 100 e lode hanno dovuto subire un vero e proprio interrogatorio (o controesame della difesa) a un processo penale? Perché ad alcuni candidati al 100 e lode sono stati rubati punti? Cosa cambia 96 o 98 anziché 100? A un commissario nulla, a uno studente un buono di 500€.

In alcuni esami orali è mancata solo la domanda sull’importanza dei colori nella coreografia delle danze tibetane: peccato, è un argomento di dominio pubblico.

Se tanto mi dà tanto, avrebbe avuto lo stesso senso chiedere l’analisi metrica di una qualsiasi poesia di Poe, al colloquio in inglese ai futuri cancellieri nel 2019, per poi sorridere con aria benevola: “Non lo sa? Fa nulla“.

In tutto questo desolante scenario, i poveri docenti membri interni sono risultati essere gli eroi: giunte notizie di docenti che hanno fatto il possibile per salvare giustamente i propri alunni, sfiorando le risse e battagliando per ore mentre altri, non membri interni e in ferie, hanno comunque seguito gli scrutini, difendendo i propri ragazzi in tutti i modi. Parliamo di docenti a cui va tutta la stima di chi scrive.

A che pro i nostri figli devono essere spremuti come limoni agli orali? Tra l’altro, in un Paese in cui la meritocrazia è per lo più estinta (vedasi dichiarazioni illuminate e illuminanti del Ministro della Cultura).

L’altra faccia della medaglia, però, arriva puntuale da Crepet: si domanda in un articolo di Orizzonte Scuola se tutti questi 100 e 100 e lode siano davvero meritati.

Al di là di quelli che possono essere i meriti oggettivi, restano due scenari contrapposti: da un lato la vittoria morale di neodiciottenni che non hanno avuto paura di schierarsi, mettersi in gioco, affrontare temi importanti e difenderli.

Abbiamo speranze: il futuro è loro.

Dall’altra, i docenti estremamente scoraggiati e disillusi, come commenta Roberta (nome di fantasia), docente liceale.

“Va premesso che un membro esterno guadagna 911€ lordi (dati ufficiali 2024), praticamente una miseria. Forse questo dato può spiegare la frustrazione, ma non funge da alibi: quest’anno è record di domande assurde in tutta Italia.

Premetto anche che gli esami di stato, così come sono oggi, andrebbero quanto meno riformati, se non aboliti. Da un lato, abbiamo studenti meritevoli a cui vengono “spezzate le gambe” dal primo commissario esterno frustrato. Dall’altro, il livello degli alunni si è abbassato tantissimo per cui si “premia” chi è costante anche se non brillante. Pochissimi sono curiosi e amano approfondire e acculturarsi, si emula il peggio: poco e male.

I docenti stanchi si adeguano, altri non sono motivati, ma ovviamente ci sono quelli che lavorano e ci tengono, come in ogni ambito.

Siamo ultimi in quasi tutto, ma la cosa grave è che pensiamo di essere primi. Ma de che?????

In medio stat virtus”.

Anna Rita Canone

Maddaloni: appello per Luna

Sperando che la piccola Luna faccia ritorno/sia riconsegnata quanto prima alla legittima proprietaria, Bianca.

Chi non ha animali domestici, non può capire: diventano membri della famiglia a tutti gli effetti (non a caso sono definiti “animali d’affezione”) e ci si preoccupa come se fossero figli/fratelli, etc.

Con preghiera di diffusione.

Anna Rita Canone

Marcianise: festa della Madonna della Sanità

PREGHIERA ALLA MADONNA DELLA SANITA’
don Raffaele D’Agosto, parroco

O Vergine Madre di Dio,
Madonna della Sanità,
noi t’invochiamo
con tutto l’ardore del cuore:
Salute degli infermi!
Rivolgi ai figli devoti
quei grandi occhi tuoi
misericordiosi.
In Te è riposta
ogni nostra speranza …
Ottienici
dal tuo Gesù
la salute dell’anima e del corpo.
Amen!

Tutto pronto per la festa del Rione Carzano di Marcianise da sabato 13 fino a martedì 15 luglio.

La festa è giunta alla sua terza edizione e, grazie alla felice sinergia tra il parroco, le autorità civili, i parrocchiani e le associazioni locali, il programma è ricco di iniziative.

Nella locandina, infatti, sono illustrati dettagliatamente gli eventi civili e religiosi: mostre estemporanee e non di giovani artisti locali, mostre fotografiche, spettacoli, mercatino del libro usato, eventi musicali, esibizione di majorettes e sante Messe (queste ultime, si ricorda, fanno parte del cammino sinodale delle Chiese in Italia, cioè tutte le tappe e iniziative diocesane che confluiranno nel Giubileo del 2025).

Il parroco don Raffaele D’Agosto, attraverso la preghiera, raccomanda tutti gli infermi all’attenzione della nostra Madre celeste perché, come dice la locandina, ” Nella bellezza di Maria vediamo riflessa la luce di Dio; nella sua storia conosciamo la nostra storia“.

Tutti invitati, dunque, a Marcianise.

Anna Rita Canone

Malattie genetiche e rare: test genomici e genetista sempre più determinanti nel percorso del paziente

Photo by Czapp u00c1rpu00e1d on Pexels.com

Roma, 10 luglio 2024 – Il Piano Nazionale della Genomica (PNG) afferma che sono tre i gruppi di patologie che beneficeranno dell’evoluzione medico scientifica della genomica: le malattie rare, l’oncologia – inclusi i tumori rari – e le malattie complesse. È chiaro quindi come le scienze omiche, intrinsecamente legate alla figura del genetista, abbiano, e avranno sempre più, un ruolo centrale. “Oggi, con l’arrivo di tecnologie sempre più sofisticate – ha sottolineato il prof. Paolo Gasparini, Presidente SIGU-Società Italiana di Genetica Umana – il ruolo del genetista è accresciuto e questa figura dovrebbe essere organica in un approccio multidisciplinare, sia nella fase diagnostica che nella presa in carico. Il genetista attualmente può contribuire in modo fondamentale anche alle scelte terapeutiche, tanto più che oggi le nuove terapie ci danno l’opportunità di curare le malattie genetiche”.

OMaR-Osservatorio Malattie Rare e SIGU-Società Italiana di Genetica Umana, consapevoli dell’impatto della genomica sulla popolazione e sul sistema sanitario, nonché dell’ormai centrale ruolo del genetista, hanno recentemente siglato un protocollo d’intesa volto a fare divulgazione e sensibilizzazione su questi temi tra la popolazione generale e verso le istituzioni. Da questo comune intento è scaturito il convegno online “Prevenzione e diagnosi ai tempi della genomica. Il nuovo ruolo del genetista nelle malattie rare e genetiche”, realizzato anche grazie al contributo non condizionante di Illumina, Omzey e Revvity, che ha visto confrontarsi, in mattinata, diverse figure tra medici e ricercatori, associazioni di pazienti e rappresentanti delle Istituzioni.

Le scienze omiche toccano la prevenzione, la diagnosi e l’intero percorso di presa in carico di una fetta crescente di popolazione. Sono grandi opportunità, ma implicano la necessità di un’adeguata organizzazione sanitaria, di una riflessione su alcuni aspetti etici e di una corretta comunicazione, sia verso la popolazione che verso le Istituzioni – ha spiegato la Direttrice di OMaR, Ilaria Ciancaleoni BartoliA queste ultime spetta il compito di mettere a terra, con azioni concrete, il Piano Nazionale per la Genomica. Tra le azioni prioritarie in tal senso ci sono sicuramente l’inclusione di diverse prestazioni nei LEA e il decreto attuativo del Fondo per Next-Generation Sequencing”. Sulle priorità si è espresso anche il Professor Paolo Gasparini, affermando: “Occorre compiere delle scelte, la prima è inserire nei LEA i test genetici innovativi che fanno risparmiare tempo e denaro rispetto a test su singoli geni o pannelli ristretti. Per farlo però serve avere tecnologie sofisticate, anche dal punto di vista informatico, e ciò implica la necessità di definire una rete di pochi centri specializzati, gli ‘Hub’, e molti satelliti sul territorio, gli ‘spoke’, dividendo le attività e cercando di accentrare i dati genetici, che possono fornire un grande aiuto anche alla ricerca”.

Le scienze omiche si sono rivelate in grado di migliorare la qualità della vita delle persone, di abbattere i tempi e i costi dell’odissea diagnostica, di favorire la ricerca e di sviluppare la medicina di precisione. Tuttavia, è necessario assumere decisioni coerenti, in grado di valorizzare queste potenzialità e renderle fruibili nella pratica clinica. Per questo, è necessario sburocratizzare e semplificare il sistema e rendere sistematico il confronto tra le Istituzioni, i tecnici e gli esperti delle società scientifiche”, ha ribadito il Prof. Bruno Dallapiccola, Direttore Scientifico Emerito, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.

L’integrazione del sequenziamento del genoma (WGS) nella medicina moderna è un passo cruciale nell’evoluzione dell’assistenza sanitaria – ha affermato Sabrina Rita Giglio, Professore Ordinario di Genetica Medica, Università degli Studi di Cagliari, e Direttore di Genetica Medica, Polo Ospedaliero Binaghi ASL Cagliari – L’epoca in cui andavamo a cercare solo la singola mutazione patologica è superata, sappiamo che ci sono altri fattori genetici che possono modificare l’espressione di un gene-malattia: dobbiamo lavorare per definire un punteggio di rischio poligenico (PRS, Polygenic Risk Score) per le diverse patologie, nelle rare come in oncologia. Dobbiamo continuare a sequenziare, classificare e stratificare. Per farlo occorrono una infrastruttura digitale e di archiviazione dei dati adeguata; una raccolta che garantisca l’interoperabilità dei dati in modo veloce; regole chiare e condivise: il tutto affinché, partendo dal genoma della singola persona, si possa portare un vantaggio diagnostico terapeutico al paziente stesso”.

LE SCIENZE OMICHE PER LA PREVENZIONE E LA CONSAPEVOLEZZA RIPRODUTTIVA: COUNSELING, INDIVIDUAZIONE DEL RISCHIO, SCREENING IN GRAVIDANZA

La nascita di un figlio con una patologia rara o genetica è ancora oggi, troppo spesso, un evento inaspettato. Come inaspettata è la presa di coscienza che esistono degli strumenti di screening in grado di supportare chi desideri avere un figlio – ha sottolineato Matteo Marzotto, Presidente della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica – Con 1 su 30 e non lo sai, la prima Campagna in Italia sul test del portatore sano di fibrosi cistica, la cui incidenza in Italia è di circa una persona su trenta, Fondazione mira a una scelta genitoriale consapevole. Il test – la cui erogazione gratuita da parte del Sistema Sanitario Nazionale a tutte le donne in età fertile, secondo l’HTA realizzato in collaborazione con l’Istituto Negri e la LIUC , rientrerebbe dei costi in circa 6 anni – consente infatti di indagare se nel patrimonio genetico di una persona ci siano mutazioni che possono provocare la fibrosi cistica, una delle malattie genetiche gravi più diffuse, purtroppo ancora senza una cura risolutiva”.

Nell’ultimo decennio sono state sviluppate tecniche di diagnosi genetica notevolmente innovative, che hanno rivoluzionato le capacità diagnostiche e, di conseguenza, hanno aperto alla possibilità di anticipare sempre di più il tempo della diagnosi prenatale, con richieste di indagini rivolte al monitoraggio del benessere dell’embrione e del feto, dal concepimento fino alla conclusione della gravidanza. Per questo – ha spiegato Antonio Novelli, Direttore Laboratorio di Genetica Medica, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma – negli ultimi anni, i test di screening Non Invasive Prenatal Test (NIPT) per lo studio delle patologie cromosomiche e monogeniche, basati su DNA libero di origine placentare citotrofoblastica (cell-free fetal DNA) presente nel sangue materno durante la gestazione, si stanno diffondendo nella sanità privata. Anche perché il test cfDNA/NIPT riduce drasticamente il ricorso alle indagini diagnostiche invasive, abbattendo il numero degli aborti collegati alle tecniche di prelievo dei tessuti fetali e le possibili complicanze per le gestanti. Tuttavia è importante che in tutti gli ambiti venga riconosciuto il ruolo determinante del genetista e della consulenza genetica pre e post-test – ha sottolineato Novelli – da una parte, per consolidare le eventuali informazioni in possesso della gestante; dall’altra, per garantirle una scelta consapevole, informandola adeguatamente sull’appropriatezza, sulle caratteristiche e sui limiti dei test genetici, in particolare nel caso di ricerca di malattie genetiche rare. Poi c’è il problema dei costi, attualmente a carico delle donne, diversi da Regione a Regione ma spesso rilevanti: è necessario pertanto che, a livello centrale e regionale (SSN-SSR), venga presa in considerazione l’introduzione del NIPT come test di prima o di seconda scelta, al fine di garantire che tutte le donne in gravidanza abbiano la stessa possibilità di accedere, in tutto il Paese, anche per non creare discriminazioni sociali tra chi può pagarlo di tasca propria e chi no”.

LO SCREENING NEONATALE: DAL METABOLICO AL GENETICO, UNA SCIENZA IN EVOLUZIONE

Lo screening neonatale è un percorso di grande valore che deve crescere, ci auguriamo fino a raggiungere un panel di 67 patologie – ha sostenuto Andrea Pession, Presidente SIMMESN – Società Italiana per lo Studio delle Malattie Metaboliche Ereditarie e lo Screening Neonatale – Ma può anche migliorare tenendo conto dei progressi tecnologici, quindi anche delle tecniche genomiche, e per questo occorre lavorare con i colleghi genetisti per integrare i diversi approcci metodologici esistenti. La genetica potrebbe essere impiegata per lo screening di patologie che non hanno marcatori, come la SMA, o per altre malattie rare e ultra rare, ma può rappresentare anche il ‘test di secondo livello’ nei casi necessari, oltre che di conferma diagnostica. A tal riguardo, il 24 luglio prossimo si terrà un tavolo con quattro metabolisti e quattro genetisti per la stesura di un documento intersocietario tra SIMMESN e SIGU che possa guidare l’occhio del legislatore, e anche il nostro, verso una ulteriore ottimizzazione”.

Nell’attesa ormai lunghissima che il Ministero della Salute deliberi il nuovo pannello di screening neonatale, aggiornato con la SMA (Atrofia Muscolare Spinale) e con tutte le patologie lisosomiali oggi curabili e le immunodeficienze – secondo quanto già definito dai tavoli tecnici –, le Regioni stanno andando avanti non solo nell’inserire questi test, ma anche nell’attuare progetti sperimentali su ulteriori patologie come, ad esempio, la Leucodistrofia Metacromatica (MLD). “Attualmente la Toscana e la Lombardia stanno adottando lo stesso protocollo per validare il test – ha raccontato Stefano Benvenuti, Responsabile Relazioni Istituzionali Fondazione Telethon – Questo significa che, auspicabilmente entro un paio d’anni, avremo un test per MLD pronto per essere inserito nel pannello dello screening. Ci tengo però a sottolineare che siamo in grandissimo ritardo, perché una terapia per questa malattia è disponibile in Italia dal 2022, quindi sono già 2 anni che rischiamo nascano bambini che potremmo curare e che invece potrebbero ricevere la diagnosi per questa malattia devastante quando sarà troppo tardi per intervenire“.

Sul tema è intervenuta anche Cristina Cereda, Direttore SC Screening Neonatale, Genomica Funzionale e Malattie Rare, Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi di Milano, e Professore Associato di Genetica Medica – Università degli Studi di Milano. Il nosocomio milanese, oltre ad essere il polo che eseguirà i test per la leucodistrofia metacromatica per tutti i neonati lombardi, è anche partner del Progetto BETTER (Better Real-World Health-Data Distributed Analytics Research Platform) che prevede lo sviluppo di una piattaforma digitale tra e per gli ospedali europei. “Nei prossimi tre anni – ha spiegato Cereda – il progetto lavorerà nella raccolta e analisi dei dati in tre ambiti: la disabilità intellettiva pediatrica con particolare attenzione alle malattie metaboliche da screening neonatale; le distrofie retiniche ereditarie; i disturbi dello spettro autistico. Obiettivo del Better – ha concluso la Professoressa Cereda – è indagare la possibile correlazione tra i marcatori metabolici, i dati genetici e quelli clinici di questi pazienti in modo da definire un facile tool di predizione che possa anticipare il più possibile la diagnosi, per indirizzare i bambini e le loro famiglie a un percorso di presa in carico e terapeutico definito per loro”.

Il tema dello screening neonatale con metodica genetica è stato approfondito anche Alessandra Ferlini, Professoressa di Genetica Medica presso l’Università di Ferrara e Coordinatrice Scientifica del progetto europeo quinquennale Screen4Care. “Se potessimo applicare un approccio di screening genetico neonatale per le patologie genetiche, per le quali esiste un trattamento approvato, a tutti i 4 milioni circa di neonati in Europa, – ha spiegato Ferlini – potremmo assicurare ai piccoli pazienti precocemente identificati una diagnosi tempestiva e un accesso rapido ai trattamenti, valutare la reale incidenza delle malattie rare e ultra-rare nella popolazione europea e, di conseguenza, migliorare anche la programmazione e l’utilizzo delle risorse economiche. In quest’ottica Screen4Care ha disegnato e utilizzerà un pannello custom di 245 geni (TREAT panel) per lo screening genetico neonatale, che verrà effettuato in diversi Paesi europei, inclusa l’Italia”.

La strada dello screening neonatale attraverso pannelli genetici in Italia è percorsa al momento anche dalla Regione Puglia, la cui esperienza è stata illustrata da Mattia Gentile, Professore a Contratto di Genetica Medica dell’Università di Bari, e Direttore del Laboratorio di Genetica Medica dell’Ospedale Di Venere di Bari. Oltre ad aver ampliato, grazie ai test genetici, il numero di patologie ricercate alla nascita, la Regione Puglia ha dato anche il via libera, con la Legge Regionale n°3 del 30 marzo 2023, all’avvio del progetto sperimentale “Genoma Puglia” che riguarderà 3.000 neonati l’anno e vedrà una ricerca estesa a ben 388 geni in gradi di causare circa 500 differenti patologie. Il tutto possibile proprio all’utilizzo della tecnologia NGS.

È dunque evidente come la genomica sia un settore in grande crescita e fermento. Questo apre a grandi opportunità, ma anche a precise responsabilità, tanto nella gestione dei dati quanto nella corretta informazione alla popolazione. “In particolare, nell’ambito della consulenza genetica – ha sottolineato Luca Nave – Bioeticista e Segretario Generale FMRI-Federazione Malattie Rare Infantili – si ravvisa la difficoltà a garantire a tutti i pazienti il rispetto del primo principio dell’etica clinica, ovvero il rispetto dell’autonomia della persona, che si estende oltre la firma del modulo del ‘consenso informato’. Una reale autonomia si fonda sulla comunicazione e sulla relazione medico-paziente che, se autentica, può assicurare un processo deliberativo congiunto, consapevole e responsabile. La FMRI – ha aggiunto Nave – gestisce ‘Incont-Rare’, uno spazio di ascolto che offre una consulenza bio-psico-sociale che, tra gli obiettivi, mira a garantire una reale autonomia ai pazienti e ai loro familiari”.

Alla discussione sono stati invitati a partecipare anche gli Onorevoli Maria Elena Boschi, Ilenia Malavasi, Giorgio Mulè, Marco Cappelletti, General Manager Area Med Illumina; Simone Gardini, CEO & Co-Founder Omzey; Riccardo Piona, NGS Sales Specialist Revvity Italia.

Anna Rita Canone